Oltre 300 boutique in 60 Paesi. Una rete mondiale di vendita al dettaglio. Ma quanto sono compatibili con l’ambiente le cialde Nespresso e quanto conta la sostenibilità nell’approccio generale della società? Ecco le risposte del direttore generale Italia della Nespresso, Fabio Degli Esposti (FOTO)
Chi di noi non ha mai provato un caffè Nespresso? Certamente pochi visto che si tratta di uno dei marchi più noti al mondo nella produzione di cialde per il caffè. La Nespresso opera infatti in circa 60 Paesi e ha una rete mondiale di vendita al dettaglio di cui fanno parte oltre 300 boutique, di cui 30 in Italia. Ma quanto sono compatibili con l’ambiente le cialde Nespresso e quanto conta la sostenibilità nell’approccio generale della società? Ecco le risposte del direttore generale Italia della Nespresso, Fabio Degli Esposti.
Dottor Degli Esposti qual è l’approccio globale della Nespresso alla sostenibilità? E cos’è il programma “AAA Sustainable Quality?
La sostenibilità è una parte integrante della Nespresso, è il “cuore pulsante” che fa la differenza nel percorso dal chicco alla tazzina. Nonostante si tratti di un’azienda ancora giovane, presente in Italia da soli 15 anni, la Nespresso ha sviluppato già da tempo una visione che mette la Responsabilità sociale di impresa al centro della propria mission. E lo fa proprio attraverso il programma “AAA Sustainable Quality” che si basa su tre cardini fondamentali: la qualità del caffè, il riciclo delle capsule usate e la riduzione dell’impronta ecologica della produzione. Partiamo dal primo punto.
Quanto si può definire sostenibile la coltivazione del caffè e come si coniuga con la Csr?
Proprio attraverso il programma “AAA Sustainable Quality” Nespresso punta a migliorare le pratiche di produzione del caffè rendendole sempre più sostenibili. Ciò che è importante per la nostra azienda è creare valore lungo tutta la filiera di produzione, in modo che ne possano trarre vantaggio tutti gli attori coinvolti nel processo produttivo, anche i coltivatori. In particolare il supporto dei farmers è fondamentale per le attività dell’azienda e non può che avvenire anche attraverso un sistema di remunerazione più che adeguato che li renda soddisfatti e quindi motivati. Non solo. Ad oggi l’80% del nostro caffè proviene da coltivazioni certificate.
A proposito di riciclo, su cosa si basa il programma “Ecolaboration”, che in questi giorni ha anche ricevuto un riconoscimento speciale nell’ambito dell’iniziativa Comuni Ricicloni?
Il secondo cardine dell’approccio generale alla sostenibilità della Nespresso è proprio legato al riciclo delle capsule di caffè usate. In questo ambito si muove l’iniziativa “Ecolaboration” che, dopo quasi tre anni dall’avvio, ha raggiunto risultati più che soddisfacenti. Nel 2013, in Italia, sono state 300 le tonnellate di capsule usate conferite dai cittadini presso i punti di raccolta allestiti in ognuna delle boutique Nespresso e avviate a riciclo, con un aumento del 76% rispetto al 2012. Sono infatti 30 i punti vendita, distribuiti in 20 città italiane, che offrono ai clienti la possibilità di raccogliere le cialde usate e di partecipare così al recupero di risorse importanti, altrimenti destinate allo smaltimento in discarica. Nel futuro ci auguriamo di poter istituire un sistema di raccolta che arrivi direttamente nelle case dei consumatori.
Quanto alla riduzione dell’impronta ecologica delle attività, qual è la strategia messa in atto dalla Nespresso?
In primo luogo è necessario considerare quanto già la scelta dell’alluminio per confezionare le cialde sia di per sé “performante” poiché si tratta di un materiale riciclabile all’infinito. Altro punto fondamentale è la costante attenzione alle performance ambientali delle macchine e al contenimento dei consumi energetici. Negli ultimi anni la Nespresso è infatti riuscita a ridurre del 20% l’impronta energetica lungo tutta la filiera produttiva. Parliamo di salute.
Recentemente alcuni esperti hanno evidenziato la possibile pericolosità, per la salute umana, delle piccole quantità di alluminio che si liberano nella vaschetta al momento del passaggio dell’acqua calda attraverso la cialda. I consumatori devono preoccuparsi?
Assolutamente no. Nessuna delle nostre ricerche ha mai rilevato dati di questo tipo. Non è un caso infatti che anche le classiche caffettiere siano in alluminio e in quel caso la temperatura raggiunta dall’acqua è di gran lunga superiore a quella a cui arrivano le nostre cialde.
Per chiudere un argomento più leggero. Negli ultimi tempi si sta sviluppato un piccolo settore che riguarda il riciclo creativo delle capsule della Nespresso. Alcuni ne fanno gioielli, come collane ed orecchini. Cosa ne pensa? La Nespresso accoglie con favore iniziative del genere?
Quello del riciclo creativo delle nostre capsule non è un settore in cui abbiamo una “parte attiva” ma ci fa piacere e guardiamo con simpatia ad iniziative di questo genere perché testimoniano l’affezione dei consumatori verso il nostro prodotto. Ci fa piacere che le nostre cialde stimolino la creatività delle persone!
Fonte: http://www.affaritaliani.it/green/caffe-cialde-sostenibile-nespresso-dg-fabio-esposti120714.html?ref=ig