MILANO – Nespresso torna all’attacco sul fronte dei brevetti e della proprietà intellettuale e lo scontro, questa volta, è fra titani. Perché dall’altra parte c’è la californiana Peet’s Coffee, parte del colosso Jde Peet’s, numero uno mondiale pure-play nel settore del caffè e del tè.
Il gigante svizzero ha arruolato negli anni uno stuolo di avvocati e consulenti tecnici contro i produttori di capsule compatibili. Ma ha perso molte delle sue battaglie legali, anche in patria. E alcuni dei brevetti sono ormai scaduti da anni.
Va detto che il moltiplicarsi dell’offerta di capsule compatibili non ha impedito la progressione delle vendite di Nespresso, che oltretutto, dal 2020, ha affiancato a Nespresso Original il nuovo sistema Vertuo, con capsule e macchine del tutto nuove.
Cosa ha indotto dunque i vertici vodesi a dissotterrare, ancora una volta, l’ascia di guerra?
Innanzitutto l’eccessiva rassomiglianza delle capsule di Peet’s a quelle originali.
Nella causa depositata presso il Tribunale del Distretto Sud di New York, Nespresso sostiene che le nuove capsule di Peet’s sono pressoché identiche alle originali. Con la stessa forma troncoconica, colori opachi e altri elementi molto simili.
Sostiene inoltre che il messaggio pubblicitario è fuorviante, tanto che in alcune recensioni in rete si parla di “capsule Nespresso”, anziché, correttamente, di capsule compatibili.
Contenuto riservato agli abbonati.
Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.