domenica 22 Dicembre 2024
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Nelle terre del caffè con CSC. Viaggio in Centro America – Guatemala

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LIVORNO – Per CSC – Caffè Speciali Certificati – la qualità dei caffè proposti è un fatto provato, verificato periodicamente con sopralluoghi e confronti con i produttori che permettono un affiatamento e una crescita reciproca molto costruttiva.

Benedetta e Serena Nobili di DiniCaffè hanno realizzato con Graziano Carrara titolare di Carrara Coffee Agencies, responsabile per CSC dei rapporti con i Paesi del Centro America un viaggio tra tre fincas in Guatemala, El Salvador e Costa Rica (nella FOTO, da destra: Benedetta Nobili, Graziano Carrara, Serena Nobili).

Il loro racconto è un’occasione importante per comprendere la realtà ancora “ruspante”, contadina, quasi d’altri tempi, della coltivazione del caffè in quest’area, ma soprattutto cosa c’è alle spalle di un “semplice” chicco di caffè; per cogliere le problematiche legate ai cambiamenti ambientali, ma anche il rispetto e l’impegno reciproco per una crescita comune. Perché CSC non compra caffè “sulla carta”, ma prima di tutto li vive.

Guatemala, ricerca continua

La finca El Hato Blue (nella FOTO, la nursery) si trova a pochi chilometri da Città del Guatemala nella cittadina di Barbarena (regione Santa Rosa); ha un’estensione di circa 450 ettari e il caffè si coltiva tra i 1200 e i 1450 metri.

Il rapporto tra Graziano Carrara e il proprietario della finca, Christian Rash, ha preso il via nel 2003: il caffè viene raccolto a mano tramite picking per garantire la raccolta delle ciliegie arrivate a completa maturazione, che poi sono lavorate “ad umido” e fatte essiccare al sole su patio.

Questo caffè in tazza dà profumi freschi e floreali e una piacevole acidità, tipica di quest’area.

La ricerca in questa finca è sempre attiva: si studiano nuove tecniche di selezione in grado di dare un gusto più dolce, un’acidità bilanciata e una buona aromaticità.

Christian Rash fa inoltre continue ricerche e prove sulle varietà botaniche del caffè e le tecniche di coltivazione in un’ottica di maggiore resa e di salvaguardia delle piante dalle malattie.

Come la “roya”, o ruggine, un fungo le cui spore, trasportate dal vento, si diffondono rapidamente e causano gravi danni alle piante: gli arbusti perdono le foglie, le bacche si deteriorano e la produzione si fa sempre più scarsa.

Le conseguenze arrivano fino alla morte. Il suo arrivo ha costretto Rasch a sostituire circa 500mila piante l’anno, per tre anni; ora è stata individuata una nuova varietà in fase di studio, Sampacho, che si sviluppa più in larghezza che in altezza e resiste a queste spore.

In chiusura di questa prima interessante tappa, è stata piacevole la sosta nella caffetteria specialty di Nadine, figlia di Christian. La sua impostazione è di stile londinese, con tostatrice e numerosi campioni in laboratorio che hanno permesso di fare cupping molto interessanti.

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