SAN FRANCISCO (Stati Uniti) – In un’epoca in cui l’alimentazione acquista spazi e modi sempre piu importanti, non poteva restarne fuori certo la tecnologia. Che rischia, sia detto senza giudizio negativo, di cambiare in misura determinante il nostro approccio con il cibo: dal modo in cui viene servito, consegnato a casa e soprattutto consumato.
Parola d’ordine: risparmiare tempo – Il risparmio di tempo è un must: anche per le start-up del settore, che si lanciano in proposte sempre più provocatorie. Per cominciare dunque, ed è la trovata più banale, non sarà più necessario sedersi a tavola.
Il pasto, perfettamente bilanciato, si consumerà in piedi, dal collo di una bottiglia: che contiene la giusta quantità di carboidrati, proteine, lipidi e micronutrienti, per una bevanda all-inclusive tanto simile al milk-shake. Soylent, Ambronite e Ample già si sono lanciate nel business.
Due verdure in una – Per chi invece non volesse rinunciare alla consistenza di un boccone, ecco la carne che nasce in laboratorio dalla lavorazione di cellule di animali (Memphis Meats).
O le verdure prodotte da Tom Tato Plant (Thompson & Morgan): in alto i pomodori, in basso le patate, tutto in uno stesso arbusto.
Se preferite, la caffeina si sniffa – Eccoci al caffè: non si beve, si mastica. In cubetti che contengono la medesima quantità di caffeina di una mezza tazza: chiedere a Nootrobox.
Oppure si sniffa: da un aggeggio studiato da un professore di Harvard e prodotto da AeroLife, che garantisce «energia a base d’aria». E l’ammazzacaffè? Perché non vaporizzarlo (Vaposhot).
Già aboliti i camerieri robot
Camerieri-robot? Molto di più – Infine, il ristorante. No, niente camerieri-robot: di più. Ordinati via smartphone da un menù tipo, i piatti arrivano dentro una cella da cui semplicemente prelevarli. È Eatsa: ed è solo a San Francisco, Berkeley e Woodland Hills. Per ora.
Sara Bracchetti