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lunedì 18 Novembre 2024
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ILLY – Nel Polo del gusto non c’è soltanto il caffè

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MILANO – Si rafforza il polo del gusto all’italiana. Il gruppo Illy varca la soglia dei 400 milioni di euro di fatturato con nuovi investimenti nell’area del caffè, del vino, del the e del cacao.

Nel polo alimentare del gruppo triestino, il motore rimane il caffè espresso di qualità, ma cresce anche il peso del cioccolato finissimo Domori, i the selezionati di Dammann Frères, i marron glacès e le confetture di Agrimontana, il gelato con ingredienti naturali di Grom e il Brunello di Montalcino della cantina Mastrojanni (FOTO).

La strategia della famiglia Illy è stata quello di raccogliere alcune eccellenze italiane in un Polo del gusto e farle crescere.

«Il 2013 è stato un buon anno – commenta Riccardo illy, presidente del gruppo alimentare –. Certo i consumi in Italia rimangono su livelli molto bassi ma alcuni progetti sono arrivati in una fase di sviluppo interessante. E poi aiuta l’espansione internazionale».

Tra le novità rilevanti, Illycaffè, in partnership con Kimbo e Indesit, ha lanciato la macchina “Hotpoint for Illy” nel business delle capsule, l’unico mercato che continua a crescere a due cifre; l’azienda ha conferito un incarico a Banca Imi per trovare un socio commerciale in Domori «eventualmente anche per entrare nell’azionariato con una quota di minoranza» sottolinea l’imprenditore; entro l’anno sarà aperta una boutique del the Dammann in pieno centro a Parigi, la prima sala da the per somministrazione; è stato vitato un altro ettaro e mezzo nella tenuta Mastrojanni di Montalcino; infine le vendite di prodotto professionale di Agrimontana sono arrivate al 70%, più del retail.

A proposito di Agrimontana, alla famiglia Bardini, che ne possiede il controllo, Illy offre di entrare «con una quota di minoranza in Domori» di cui sono anche distributori del cioccolato.

La holding Illy ha il 100% di Domori, il 77% di Damman Frère, il 100% di Mastrojanni ma il 40% della cuneese Agrimontana e il 5% delle gelaterie che fanno capo a Gromart.

L’anno scorso il Polo del gusto ha realizzato ricavi consolidati per 410 milioni, in crescita del 4,3%, e un utile netto di 143mila euro. Il caffè è cresciuto “solo” del 3,7% ma sono aumentati i volumi grazie soprattutto ai nuovi mercati.

I ricavi in Italia sono saliti da 147 a 150 milioni e nel resto del mondo da 213 a 224 milioni. Le macchine da caffè hanno realizzato un fatturato di 21,7 milioni, in lieve aumento. I ricavi di Damman Frères sono aumentati di oltre il 10% a 27,3 milioni, Domori dell’8% a 8,7 milioni, Agrimontana del 6,4% a 12,5 milioni e Mastrojanni del 22% a 1,5 milioni.

Negli ultimi anni a trainare gli altri business ci hanno pensato i profitti (circa 15 milioni nell’ultimo biennio) del caffè ma ora le altre attività sono entrate in fase di maturazione e hanno iniziato a esprimere tassi di crescita elevati, anche a due cifre.

«I consumi di caffè in Italia – osserva Illy – rimangono ancora incerti, specie nei segmenti moka ed espresso ma crescono nelle capsule. Perde ancora l’Horeca (bar e ristoranti, ndr) per la crisi e perché i consumatori si portano la capsula in ufficio. Gli altri business però iniziano a produrre risultati molto interessanti».

Nel 2013 il gruppo Illy ha migliorato la posizione finanziaria netta negativa da 224 a 207 milioni: pesano gli acquisti di caffè ma «il dato si è alleggerito – sottolinea Illy – grazie anche al calo delle quotazioni del caffè». Uno degli obiettivi prioritari rimane la riduzione dell’indebitamento: «Dobbiamo dare stabilità all’azienda – conclude l’imprenditore – e in questo modo trovare le risorse per rilanciare la crescita anche per linee esterne».

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