MILANO – Era il 27 febbraio 1879 quando il chimico americano Constantin Fahlberg scoprì per caso le proprietà dolcificanti di un prodotto sintetizzato in laboratorio, ovvero il 2-sulfobenzimide, denominato in seguito saccarina.
Fahlberg lavorava all’università di Baltimora come assistente di Ira Remsen, il più famoso chimico statunitense dell’Ottocento.
I due erano alle prese con esperimenti sui derivati del catrame, quando all’improvviso la sostanza che l’assistente stava analizzando fuoriuscì dalla provetta che teneva in mano.
D’istinto, l’uomo si leccò le dita, e si accorse subito con sorpresa del sapore dolciastro.
Il nome saccarina venne dato al prodotto perché era molto simile allo zucchero, il saccarosio appunto.
Ma a differenza di quest’ultimo, era ben 500 volte più dolcificante e non apportava calorie, in quanto non veniva metabolizzato dall’organismo. Oggi, l’argomento dolcificanti è alquanto controverso, ma sempre più persone ne fanno largo uso, soprattutto durante le diete.
Monia Sangermano