LIMA – È uno dei principali prodotti agricoli esportati dal Perù. Il caffè arabica coinvolge una produzione annuale di circa 3,2 milioni di sacchi da 46 kg in grado di generare sostentamento a oltre 150.000 famiglie! In grado, anche, di ispirare molti viaggiatori di oggi per un viaggio stimolante che ruota proprio attorno a questa amata bevanda.
Si chiama Ruta del Cafè e, al di fuori di qualsiasi guida turistica o circuito classico, investe le provincie di Chanchamayo e di Satipo per scoprire le zone di produzione del caffè in Perù coinvolgendo anche comunità agricole romanticamente adagiate sugli altipiani andini.
Quando ancora la produzione del caffè era riservata al consumo locale, le principali zone produttrici erano collocate nella selva nord-orientale del Perù, in particolare nelle regioni di Moyobamba e Jaén.
Nella vallata di Chancamayo, ubicata nel dipartimento di Junín, il caffè veniva coltivato insieme ad altri prodotti fino al 1850, anno in cui la produzione di caffè prendeva il sopravvento tanto che a partire dal 1930 la vallata si consolidava come “zona cafetalera”.
Oggi nel dipartimento di Junín si produce circa il 34% dell’intera produzione del Perù. Inoltre qui si possono raggiungere le principali piantagioni del caffè organico del paese. Percorrendo una strada completamente asfaltata, circondata da paesaggi dove regna una natura incontaminata e un’incredibile varietà di flora e fauna.
Durante il viaggio si visita il centro di produzione Brasil fondato da Giuseppe Signori nel 1877. Che è uno dei più visitati della zona con un’architettura risalente al XIX secolo. Qui, oltre alle piantagioni di caffè, si possono avvistare numerose coltivazioni di limoni, banane, ananas e yuca. Che è una radice commestibile originaria dell’America del sud.
Non molto distante sorge l’azienda Monterrico, edificata nel 1875 dalla famiglia italiana Tremolada dove le piantagioni di caffè sono particolarmente estese e dove sorge una pittoresca casona risalente ad oltre 100 anni fa.
In questo luogo si ha modo di conoscere le diverse varietà del caffè Arabica prodotte in Perù secondo metodi che vengono tramandati dai contadini di generazione in generazione, come la bourbon, la rossa, l’azzurra e il café redondo.
Sposandosi nella provincia di Oxapampa si può soggiornare in edifici gestiti da locali. E prendere parte alle diverse fasi di lavorazione del caffè a Villa Rica. Che è una località situata nel cuore della selva di Pasco. Quella zona dove a fine luglio si svolge il Festival del Caffè.
Il caffè qui coltivato ha ottenuto la denominazione di origine lo scorso 27 agosto. Non a caso lo stesso giorno in cui si festeggia la Giornata del Caffè peruviano. Questa denominazione è la quinta ottenuta dal Perù dal 1997 dopo il pisco. Cioè il mais bianco gigante di Cusco, le ceramiche di Chulucanas e il fagiolo bianco di Ica.
La coltivazione senza uso di fertilizzanti
In questa zona, inoltre, si può venire in contatto con i nativi yanesha di Nagazú. Che infatti è una popolazione particolarmente dedita all’agricoltura e alla coltivazione del caffè senza uso di fertilizzanti chimici. E nel totale rispetto dell’ambiente circostante. Molto interessante dal punto di vista naturalistico, il territorio di Villa Rica. Perché offre circuiti per escursioni e attrattive ambientali come, ad esempio, la laguna Oconal e la cascata El León.