NEW YORK – Vola l’industria americana del caffè. Fonti specializzate indicano che le aziende, grandi e piccole, d’oltreoceano stanno lavorando a ritmi mai visti nell’ultimo trentennio. E’ la conferma di una ripresa in atto da alcuni anni dopo un lunghissimo periodo di declino durato dalla metà degli anni sessanta sino allo scorso decennio.
Per la prima volta, da una quindicina d’anni a questa parte, il caffè sta tallonando i soft drink nelle statistiche di consumo.
Secondo Coffee Publication Inc., la produzione di caffè torrefatto ha raggiunto i 19,535 milioni di sacchi nel 2005 e, per quest’anno, è prevista una ulteriore crescita del 5%.
Il tutto, nonostante i ritocchi che i market leader hanno apportato in autunno ai loro listini, a seguito dei rincari della materia prima.
Ma c’è chi ritiene che l’incremento, in realtà, possa essere ancora più consistente, poiché queste cifre non includerebbero che una parte della galassia dei torrefattori gourmet, che coprono ormai non meno del 15% del mercato.
La rivincita della tazzina sulla lattina
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