MILANO – Il Natale è alle porte ed è ora di pensare ai regali da scambiarsi in famiglia e con gli amici. Se il caffè è una passione che si ha in comune con i propri cari, oppure è un interesse da coltivare, ci sono alcune idee che vi vogliamo suggerire. Per questo abbiamo anche chiesto ad alcuni nomi noti nella community italiana, qualche suggerimento in più per allargare il campo di scelta.
Si parte innanzitutto da uno dei metodi favoriti da tutti gli italiani: la moka. Se si desidera continuare la tradizione, dandogli un tocco in più di modernità, le prime proposte che vengono in mente sono legate alle ultime novità portate sul settore: parliamo innanzitutto di Aladina, la moka pop di Lavazza con la firma dell’architetto Cino Zucchi.
La sua sagoma a clessidra, la forma richiama quella della classica tazzina rovesciata, e il manico a doppio anello soft touch la rendono un modello iconico, in acciaio inox: disponibile sino a 4 tazzine, sul sito e-commerce Lavazza a 130 euro.
E sempre per restare in tema, già da Host e poi fresca di The Milan Coffee Festival, la caffettiera modificata: Pump My Moka (di cui abbiamo parlato nei dettagli qui) è sicuramente un modo di riscrivere la storia di questa macchina domestica. Un ottimo pensiero per chi ha bisogno di avere tra le mani uno strumento innovativo, dotata di una pompa esterna e striscia termometrica per stabilire i gradi esatti ai quali si desidera effettuare l’estrazione. In questo modo si può anche estrarre, per esempio, caffè freddo perchè la salita dell’acqua non dipende dalla pressione e, quindi, dalla temperatura.
Se poi si vuole proseguire su questo modello tanto amato, la proposta 100% made in Italy è acquistabile e garantita per tutta la vita: il suo nome è Mokavit, e rappresenta la caffettiera italiana come un tempo, con materiali di alta qualità prima di tutto e una produzione completamente italiana: dai 90 euro in su, si può trovare sul sito.
Per tutti coloro che non vogliono rinunciare alle cialde, scelta ecologica per eccellenza se anche l’incarto è in carta riciclabile 100%, c’è l’opzione perfetta: l’ibrido tra i due metodi di estrazione è MokaCiao, proposta da Caffè Borbone e prima caffettiera che supporta appunto il sistema a cialde. Consente un’erogazione molto rapida – sono sufficienti 3 minuti – pratica – da una sola cialda si possono servire da uno a tre caffè – e sostenibile – la cialda è compostabile e smaltibile nell’umido, mentre il suo involucro nella carta.
Sul sito a questo link è disponibile la versione base ( una MokaCiao con 15 cialde miscela blu in omaggio) a €19,90.
Marco Pizzinato alias Pizzicoffee affronta il tema Natale
Cosa si comprerebbe ad un barista che ha già assaggiato molti specialty per stupirlo, ad un consumatore abituato alla moka e infine ad uno che si vuole preparare la colazione natalizia con il V60?
“Sicuramente nel primo caso, la risposta è in un caffè con lavorazione particolari: un fruitore di specialty, nell’ultimo periodo abituato a bere prodotti di qualità, cerca un quid in più. Per Natale quindi, consiglierei qualcosa a long fermentation, anaerobic, alternative uscite in Italia soltanto negli ultimi mesi. Come conquistare un esperto? Con dei flavor particolari.
Chi invece usa la moka, potrebbe cominciare a sperimentare qualcosa di insolito come il Papa Nuova Guinea di Nordic Roasting. Ma se c’è interesse a sperimentare con un metodo alternativo, il consiglio è facile: l’Hoop di Ceado è ideale per chi vuole passare dalla moka di casa ad un filtro, perché si tratta di metodo di brewing è più facile da gestire.
Basta una macinatura impostata correttamente e il consumatore finale può godersi una tazza molto diversa dal solito che valorizza lo specialty.
Infine, a chi invece vuole cimentarsi con il V60, consiglierei di investire su un grinder: più si ha uno strumento adeguato e manuale di top quality, più si ha un risultato eccellente in tazza. Per completare l’esperienza, suggerisco per questo metodo, di assaggiare un Colombia di Banibeans.”
Al sito Pizzicoffee, si possono esaminare questi caffè.
Alla domanda, qual è il regalo secondo lei più adatto a chi vuole approfondire il mondo caffè, ci pensa Alice Mirabilia
“Ci sono tante belle cose che si possono regalare per chi è curioso di conoscere questo mondo. Si può iniziare con un libro come quello di Gianlidia Tonoli “Profumo di caffè“ che dà molte informazioni sotto forma di racconto ed è anche un bel ricettario.
Scegliendo invece delle attrezzature, io preparerei un buon kit con moka competizione e macinino, eventualmente abbinati ad un caffè classico come Brasile o Perù o a una box degustazione di caffè differenti, per dare un tocco personale si può aggiungere un biglietto con le istruzioni per la moka perfetta, magari scritto a mano.
Un’altra buona idea può essere un workshop di introduzione dal caffè e magari un quadernino per tenere traccia dei caffè degustati. Il caffè è sempre un buon tema per un regalo, ci sono tante possibilità con costi diversi ma sempre alla portata di tutte le tasche.”
Qui, alcune di questi spunti Mirabilia.
Cosa non può mancare sotto l’albero di Natale di un home barista? Risponde Dario Ciarlantini
Che di recente ha assunto il ruolo di recensore di macchine super automatiche per uso domestico da un punto di vista professionale.
“La prima cosa che metterei nella lista dei regali è il macinino manuale. Quest’anno sono usciti diversi strumenti di questo genere di livello più professionale: mi viene in mente il Pietro, il Baby dell’Eureka, il Z1.
Per orientarsi sull’acquisto, si deve innanzitutto puntare sulle macine professionali che devono essere in acciaio, perché consentono stabilità e consistenza.
Insomma, puntare sull’economicità del prodotto non garantisce una buona resa, anzi: restare su una fascia di prezzo attorno ai 30 euro, avrà quasi sicuramente come conseguenza un’inclinazione dell’asse con un risultato finale non all’altezza delle attese.
Fate attenzione: tutti gli ingranaggi devono essere in metallo e non in plastica. Per quanto riguarda il grande dilemma di “macine in ceramica sì o macine in ceramica no”: sul manuale avrei il timore di usare questo materiale, in quanto più fragile e più soggetto a potenziali rotture.
Se invece il discorso è avere “un caffè come al bar”, e si punta più alla corposità di una tazzina come quella preparata fuori casa, sceglierei una superautomatica specifica: attualmente, tra quelle che ho provato, la categoria che ricade nella fascia sui 500 euro, non restituisce la densità desiderata.
La superautomatica comunque è un passo avanti rispetto alla capsula dal punto di vista del gusto e dell’aromaticità di base, perché gestisce l’acidità e l’amaro e garantisce una certa costanza e una facilità di uso.
Una cosa da tenere in considerazione: capire bene quel modello come si pulisce più facilmente.
Ce ne sono alcuni che permettono di fare un lavaggio automatico e quelli sono i modelli sono da preferire senza esitazione.”