MILANO – Etico, buono, socialmente responsabile. Il caffè è figlio delle persone che lo coltivano, lo lavorano, lo tostano, lo servono al bar. Ha dentro un mondo, una storia da raccontare che va ben oltre la tazza, il suo flavore è il risultato delle molte mani che l’hanno curato, dal seme alla tazzina.
Mani che non stanno in una filiera orizzontale ma in un cerchio, in un gruppo in cui tutti hanno un ruolo di egual valore e in cui ciascuno si riconosce nello stesso modo di concepire le cose: fatte bene, per gli altri e quindi per sé stessi.
Il progetto “The farmers – Coffee Revolution People”
Il gruppo, che parte da b.farm, da oggi si riconosce sotto una nuova insegna, che raccoglie la sfida iniziale della casa madre, il lavoro di ricerca, formazione e disseminazione, e lo fa proprio per iniziare a diffonderlo e moltiplicarlo: nasce “The farmers – Coffee Revolution People”, un progetto di distribuzione di caffè innovativo.
Uomini e donne che girano il mondo alla ricerca del Flavore perfetto, che non è solo un punteggio ma il risultato dell’incontro tra terra, cultura, rapporti umani, lavoro quotidiano.
Uomini, donne, famiglie che ogni giorno, in ogni parte del globo, contribuiscono a creare queto prodotto, condividendo idee, sogni, progetti con un unico obiettivo: portare un caffè buono sulla bocca di tutti.
Una rivoluzione nel mondo del caffè, spesso troppo autoreferenziale, troppo concentrato solo sulla ricerca di tazze tecnicamente perfette, o al contrario totalmente disattento alla loro qualità; un mondo che non tiene conto delle mani che lo lavorano, delle persone coinvolte, delle storie che hanno da raccontare.
Perché un caffè è ancora più buono se si conosce il farmer che lo ha coltivato, il farmer che lo ha tostato, il farmer che me lo ha servito al bar o al ristorante e da tutti ascolto e imparo qualcosa. È più buono perché è genuino, naturale, perché è umano. Per saperne di più e firmare il manifesto basta cliccare qui.