NAPOLI – Il 2 gennaio ha consumato al Gambrinus soltanto un caffè, amaro, e così la signora Clio. Perché non è mancata, accompagnato dal prefetto di Napoli Francesco Antonio Musolino, la consuetudine di recarsi nei primi giorni dell’anno allo storico locale, in piazza del Plebiscito, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Ma questa è stata l’ultima volta che ha varcato la soglia del bar, in cui consumava colazioni più di trent’anni fa, da Capo dello Stato, e quindi i proprietari, Antonio e Arturo Sergio, hanno deciso di conservare le tazzine usate dalla coppia Napolitano e di esporle, senza lavarle, in una delle bacheche di legno e cristallo del locale.
Con loro, Napolitano si è intrattenuto una decina di minuti, informandosi, racconta Antonio Sergio, di Napoli, del Teatro San Carlo. Ma anche domandando curioso se esista ancora la tradizione del cosiddetto caffè sospeso; cioè la pratica di tutti i napoletani di pagare un caffè in più rispetto quello consumato, in modo che si dia ai bisognosi.
«In questo bar – dice Sergio – non è mai venuta meno. Qualche mese fa, addirittura, un turista ne ha pagati per 100 euro, ed il presidente della società Napoli Calcio Aurelio De Laurentiis, ne paga abitualmente quattro o cinque».
Nell’occasione Napolitano non si è lasciato sedurre da varianti esotiche in fatto di caffè. I proprietari del Gambrinus, visto il freddo, hanno offerto a lui e alla signora Clio una bevanda al ginseng ma il presidente ha gentilmente declinato per rivendicare il suo espresso doc.