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venerdì 22 Novembre 2024
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Paura da virus: in Campania persi 250 milioni di fatturato in meno in 15 giorni

Gli effetti del Coronavirus cominciano a colpire anche il sud Italia. Una vista panoramica sul Lungomare liberato di Napoli, uno dei principali luoghi di attrazione della città, parla chiaro: ci sono attività che hanno subito cali fino al 70%. Pesanti i contraccolpi per le guide turistiche

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NAPOLI – Sole, mare, socievolezza: tutto questo viene in mente quando si pensa a una città come Napoli. La convivialità di questo luogo e il carattere familiare dei suoi abitanti, per non parlare poi del sacro rito della tazzulella, sono alcuni degli elementi che la rendono famosa nel mondo. E che attirano da sempre e negli anni, frotte di turisti da ogni parte del globo.

Fa un po’ impressione quindi immaginarsela in versione “apocalittica”, con le strade deserte. E un lungo mare poco trafficato. Neppure la vista del mare ha salvato il settore turistico dall’effetto Coronavirus. Leggiamo la notizia da ilgiornale.it.

Napoli si svuota, i turisti disdicono

Le disdette, i cambiamenti resi necessari nella vita sociale da questa emergenza sanitaria, stanno mettendo in ginocchio un comparto che in questo momento, invece, dovrebbe iniziare a vivere il suo periodo più florido dell’anno. “Le imprese del settore turistico perdono 20 milioni di euro al giorno. In Campania 250 milioni di fatturato in meno in 15 giorni”. Questa è la stima delle perdite che ha fornito il presidente di Confesercenti Campania, Vincenzo Schiavo, in un incontro avvenuto nei giorni scorsi con il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Schiavo ha chiesto interventi immediati per un settore in ginocchio.

Per avere un’idea della situazione difficile in cui sono piombati imprese e professionisti del turismo a causa dell’emergenza per il Coronavirus, basta fare un giro in uno dei principali luoghi di attrazione di Napoli, il Lungomare liberato

Tra chi fa sport, genitori a spasso con bambini che, come disposto dal decreto Coronavirus, non potranno andare a scuola fino al prossimo 15 marzo, pochi sono i visitatori che si vedono passeggiare lungo l’area pedonale di via Caracciolo. Il viale comincia a popolarsi a partire da mezzogiorno. Nell’area riservata alla sosta delle loro auto, i tassisti sono fermi: alcuni hanno allestito un piccolo banchetto e giocano a carte nell’attesa di una chiamata. Il calo dei turisti si fa sentire negli alberghi, nei ristoranti e nei bar del posto.

Francesco è impegnato dietro al bancone. Sta preparando il caffè

I tavoli del locale dove lavora sono quasi tutti pieni, eppure la sua attività è una di quelle che sta subendo i contraccolpi di quest’emergenza: “La gente ha paura di uscire, teme il contagio. Il lavoro – racconta – è calato del 70%. Cerchiamo di andare avanti perché bisogna lavorare. Però per i titolari non è facile, avere personale, spese, e un incasso diminuito a causa di questo virus”. Un calo lo sta registrando anche un vicino ristorante: “Abbiamo riscontrato un calo del 30-35% di presenze. Già da una decina di giorni, appena si è aggravata la situazione. Non abbiamo più un forte afflusso di clienti come prima.

L’allarme va avanti da poco, dobbiamo vedere cosa succederà nei prossimi giorni”, rivela il responsabile, Michele

Può contare ancora sui clienti abituali e su quelli che arrivano “alla spicciolata” un altro ristorante presente sul lungomare da 16 anni. “Nell’ambito dei convegni che nei mesi prossimi, e già da questo mese, dovevamo ricevere, abbiamo avuto delle defezioni. Erano convegni di persone che sarebbero dovute venire a Napoli per lavoro”, afferma il papà della titolare, Luigi.

“State disdette delle serate o dei pranzi da 40-50 persone e, percentualmente, ci sarà un 30-40% in meno”, è la sua valutazione. “Però quello che a noi preoccuperebbe – è il timore dei gestori del locale – è la spicciolata, cioè le persone che di solito frequentano il locale, che sono clienti affezionati. Quelli per il momento non stanno defezionando. I gruppi, rispetto al fatturato generale, sono certamente calati del 30-35%, per cui il terrore è che, se non si ferma un po’ questa situazione, questo possa creare danni”.

Forti sono state le ripercussioni del crollo del turismo causato dal Coronavirus soprattutto per le guide turistiche

“Mi hanno appena annullato una prenotazione al Mann”, dice Silvana al termine di una telefonata. Silvana, che con un gruppo di colleghe si è inventata le visite guidati virtuali per chi non può muoversi dalle zone rosse o si trova in quarantena, lavora da libera professionista come guida turistica. Ci dice che tutte le visite prenotate in questo periodo sono state annullate. “Questo per noi doveva essere il momento clou del lavoro – chiarisce la collega, Noemi. – Noi, da febbraio fino a agosto, settembre avremmo avuto l’alta stagione, invece ci ritroviamo con zero. Considera chi ha fatto un mutuo per la casa, chi paga le bollette. C’è chi vive solo di questo lavoro. Ci sono guide sposate con guide, e si sono trovati senza lavoro dall’oggi al domani”.

Nessun intervento di sostegno è stato previsto per le guide turistiche nel decreto legge firmato nei giorni scorsi per far fronte all’emergenza Coronavirus. “C’è bisogno di trovare un minimo di soluzioni per sostenerci – afferma Noemi -. Sgravi fiscali, sussidi, qualcosa che ci possa aiutare a stare a galla in questo periodo di totale buio”.

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