MILANO – Il convegno nazionale Gran caffè Italia non è stato soltanto momento di approfondimento delle situazione economica del caffè.
Sì perché si è parlato di caffè, naturalmente espresso, è anche cultura ed elemento integrante della storia alimentare, l’antropologo Marino Niola relatore al convegno ha sottolineato «Il caffè è un rito sociale, un simbolo indentitario».
Aggiungendo: «E l’associazione tra Italia e caffè è diventata un algoritmo del Made in Italy, un’icona glocal. A Sidney, come a New York, a Rio come a Shangai ogni volta che si beve un espresso, si fa circolare un po’ di Italia nelle vene del mondo».
Gli interventi dei professori e degli esperti, sono stati allietati da momenti musicali interpretati dal complesso dei VoxInside.
Con Carmine Maiorano alla chitarra, Marco Amoroso al contrabbasso ed alla voce Valentina Brandi, che hanno interpretato una serie di canzoni a tema caffè.
A completare l’accoglienza offerta dalla stupenda dimora nobiliare del Museo Pignatelli, nel momento di intervallo dai lavori della giornata, per il pranzo, è intervenuto il grande chef Pietro Parisi.
Il professionista meglio conosciuto come il Cuoco Contadino, che con suoi cinque grandi classici piatti, elaborati con l’antica cottura del sottovuoto a vapore nei vari boccaccielli ha dato modo anche, ai tanti presenti, di poter gustare gli autentici ed impareggiabili sapori della cucina napoletana dell’arte tradizionale, ricevendo encomi da tutti.
Ad accompagnare le leccornie del rinomato Cuoco: Scarola e fagioli, Gateau di patate, Parmigiana di melanzane, Polpetta di vitello in ragù e per concludere un Tiramisù, è giunto anche il pane cafone del Vesuvio e gli eccellenti vini IGP Falanghina e Aglianico dell’azienda vinicola Villa Matilde.
Nei vari momenti di pausa dei lavori, si è potuto gustare la pasticceria napoletana di Vincenzo Bellavia.
Dapprima con sfogliatelle e babà e a termine giornata con i classici dolci del Natale: roccocò, mustaccioli, susamielli, raffioli e pasta reale.
Accompagnati da un buon caffè offerto da tre torrefazioni rigorosamente estratte a sorte tra le numerosissime presenti per non fare torto a nessuno.
Sono state favorite dalla sorte Lollocaffè, caffè Verrè, caffè Morganti e caffè Piùespresso.
Nell’occasione di Gran caffè Italia Pietro Parisi ha annunciato in anteprima l’apertura di un suo nuovo ristorante, che aprirà al Vomero in Piazza Fuga a Napoli, arricchendo la possibilità di tutti buongustai, di avere a disposizione un altro punto di riferimento dove gustare la sua cucina elaborata come negli altri suoi ristoranti “Era Ora” a Palma Campania, “Le cose buone di Nannina” a San Gennaro Vesuviano e “Cento“ a Acciaroli.
È stato così che il convegno nazionale Gran caffè Italia ha trovato a Napoli il suo ambiente naturale. Proprio perché perché Napoli è una delle capitali del caffè. Una metropoli che del caffè ha fatto una cultura.
Perché è a Napoli soprattutto che il caffè è la bevanda sociale per eccellenza. Nel capoluogo partenopeo per dire vediamoci si dice: «Prendiamoci un caffè». Poi si può anche bere dell’altro, ma prendiamoci un caffè vuol significare incontriamoci.
Nell’occasione delle giornate del convegno Napoli si è confermata una città speciale. Una metropoli unica al mondo dove nessuno deve essere escluso dal piacere dell’espresso.
Tanto da aver creato il caffè sospeso perché questa tazzina non può essere negata a nessuno.
Quindi pagare due caffè e lasciarne anche uno pagato a favore di uno sconosciuto che verrà dopo significa che attorno al caffè si crea il vero circuito sociale.
«Al punto tale, come ha detto Ciro Cacciola, che il caffè sta clonando anche altre tipicità emblematiche napoletane come la pizza. Infatti è nata la pizza sospesa».
Negli interventi al convegno Gran caffè Italia e nella pratica il caffè conferma ogni giorno in tutta Italia che è uno stile di vita. Oltre che una bevanda buona, stimolante e salutare.