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Napoli festeggia il 10 dicembre la “Giornata cittadina della cultura del caffè napoletano”

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NAPOLI – Domenica 10 dicembre, come ogni anno dal 2022, viene festeggiata a Napoli la Giornata del caffè napoletano, la “tazzulella”, come viene chiamata affettuosamente in dialetto. La “Giornata cittadina della cultura del caffè napoletano” è stata istituita “Per tutelare l’identità culturale della città di Napoli – come si legge nella delibera del consiglio comunale approvata all’unanimità – è necessario valorizzare i simboli e le tradizioni che la rendono unica nel mondo”.

Perché il caffè napoletano si celebra ogni anno il 10 dicembre

rito del caffè espresso totò e Peppino caffè napoletano
Totò e Peppino de Filippo in Totò e Peppino – La banda degli onesti (Camillo Mastrocinque, 1956). Il vero caffè espresso in un grande classico della comicità (Immagine fornita da Ufficio stampa Mediatyche)

La data del 10 dicembre è stata scelta perché coincide anche con la giornata del caffè sospeso e con la giornata internazionale dei diritti umani. Tecnicamente il nome completo è “Giornata cittadina della cultura del caffè napoletano” e ha ‘l’obiettivo di promuovere e diffondere la cultura del caffè napoletano, le sue usanze e le sue storie oltre a tutelare l’identità culturale della città di Napoli.

Riprendiamo sempre la motivazione dall’ordine del giorno del consiglio comunale di Napoli che recita: “La cultura, il rito, la socialità che ruotano attorno al caffè napoletano  hanno peculiarità e caratteristiche che lo rendono un unicum nel mondo. La sua lunga storia, le sue antiche tradizioni (su tutte la pratica del caffè sospeso), i tanti aneddoti, le ricette, hanno creato un caffè, ma sarebbe meglio dire un mondo del caffè, del tutto diverso rispetto ad altri luoghi d’Italia e del mondo”.

Il caffè a Napoli arrivato con i Borbone

Il caffè fu introdotto alla corte di Napoli per volontà della Regina Maria Carolina, sposa di Re Ferdinando di Borbone. Grandi personaggi  hanno decantato la bontà del caffè napoletano, con scritti, canzoni, opere teatrali. “La martire della Rivoluzione Partenopea del 1799 Eleonora Pimentel Fonseca lo volle come ultimo desiderio prima di essere condannata a morte. Gioacchino Rossini durante il soggiorno napoletano amava berlo con panna e cioccolata”.

caffè napoletano lingua grenci
La famosa Cuccuma napoletana

Nell’Ottocento e nel Novecento Napoli si riempì di grandi caffetterie e imprese di torrefazione artigianale, “che ne fecero la capitale del caffè”. I caffè napoletani durante la Belle époque divennero centri di intrattenimento europei al pari di quelli parigini. All’interno si davano spettacoli di Cafè Chantant e si esibivano gli artisti.

Dal caffè sospeso a ‘o cunsuolo, le usanze in città

Sempre dalla delibera del consiglio comunale: “Oggi ‘a tazzulella è un momento sociale, nobile usanza per il caffè sospeso, che consiste nel lasciar pagato al bar un caffè per chi non può permetterselo.  Anche l’usanza “‘o cunsuolo” è molto radicata nella nostra città e consiste nel portare lo zucchero e il caffè ai parenti del defunto per poter affrontare la veglia funebre”.

Il caffè napoletano nell’arte

Il caffè napoletano viene cantato da grandi artisti come Domenico Modugno, Pino Daniele, Fabrizio De André, Nel cinema lo omaggiano Totò, Peppino, Sophia Loren, Massimo Troisi e Luciano De Crescenzo che ha avuto anche il merito di riscoprire l’antica usanza del caffè sospeso. Nel teatro lo celebra Eduardo De Filippo. Nell’arte contemporanea Dalisi con il Totocchio.

 

 

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