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venerdì 22 Novembre 2024
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Napoli apre le porte, anche lei, al colosso di Starbucks?

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Il colosso americano della caffetteria, Starbucks, aprirà a breve dei punti vendita a Milano e Roma per l’arrivo del brand anche in Italia. Napoli, prossima tappa. Quali saranno le reazioni dei consumatori tradizionali di Espresso?

Napoli: conquistata da Starbucks?

Napoli, non solo Milano, sarà la possibile meta per un altro punto Starbucks. La terza tappa per un progetto che vuole coprire tutta la Penisola.

Antonio Percassi spinge per arrivare a Napoli

L’imprenditore bergamasco Antonio Percassi curerà l’arrivo del colosso su territorio italiano. Punta ad aprire 200-300 punti vendita in tutta Italia.

Sicuramente Starbucks vorrà aprire una delle sue caffetterie a Napoli. Qui il caffè ha una tradizione antichissima e che è sinonimo di napoletanità.

Napoli reagirà bene?

Ma come prenderanno i napoletani l’eventualità di un punto vendita del colosso nella città dove viene servito il caffè – a detta di molti – più buono del mondo. Quello che ha dato vita al celebre “Caffè Sospeso” . Soprattutto, luogo in cui le catene di fast food come McDonald’s hanno avuto una vita tutt’altro che facile?

Sicuramente il caffè offerto da Starbucks non è come quello che possiamo bere a Napoli. Nel capoluogo campano la preparazione del caffè è un’arte. Al punto da ispirare anche i versi di una celebre canzone di Fabrizio De André, Don Raffaè.

A meno che il colosso non decida di modificare in parte la propria natura e dotarsi delle tradizionali macchine per il caffè espresso.

Starbucks vuole la cittadinanza italiana

L’azienda di Seattle vanta oltre 20 mila punti vendita in 68 paesi e circa 9 miliardi di dollari di fatturato. Per il suo arrivo in Italia ha firmato una partnership con Antonio Percassi. Noto imprenditore italiano che vanta nel suo curriculum l’espansione commerciale di Benetton e l’ingresso in Italia del marchio Zara e altri marchi internazionali.

Starbucks nasce in Italia e vuole tornaci

L’idea di creare Starbucks nasce proprio dall’Italia. Howard Schultz decise di portare negli Stati Uniti l’atmosfera dei bar e dei caffè italiani. Questo, dopo averci trascorso un po’ di tempo. Un viaggio che ha ispirato un’impresa di successo.

Starbucks finora non aveva ancora aperto punti vendita in Italia. Consapevoli della difficoltà di imporsi in un paese con la più forte e particolare cultura del caffè.

Una mancanza italiana

Perché l’idea di portare il caffè napoletano nel mondo non è venuta a qualche imprenditore italiano?

Nel mondo le persone consumano prodotti tipicamente italiani, come il caffè e la pizza. Per la maggior parte vengono creati da multinazionali non italiane.

Negli anni sono tanti i marchi del food che hanno messo radici a Napoli e in Italia, basti pensare a McDonald’s o Burger King.

Sono tante, però, le storie di successo di brand partenopei o italiani che hanno scelto di esportare nel mondo le bontà nostrane, basti pensare al marchio Fratelli la Bufala che grazie alla pizza, il piatto più conosciuto al mondo ha aperto ristoranti in tante nazioni.

Totò e Peppino De Filippo, che nella celebre scena dal film “La banda degli onesti” prendono proprio un caffè napoletano al bancone di un bar, come avrebbero definito il caffè di Starbucks?

Nunzio Zeccato

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