domenica 22 Dicembre 2024
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Iei, al Museo del caffè, in mostra la storia della torrefazione familiare

Luigi Morello (presidente Iei): «Alla base della qualità c’è sempre una storia di famiglia: abbiamo cercato di scoprire quanta tradizione ci sia dietro a ogni prodotto che rappresentiamo». In Italia, nel Settore Caffè, operano oltre 800 torrefazioni con circa 7.000 addetti e un fatturato vendite 2017 di 3,9 miliardi di euro. Gran parte della produzione va all’estero

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BRESCIA – Dall’artigianalità al passaggio al biologico, famiglie che hanno dato vita al “Museo del caffè”, altre che puntano su una nuova comunicazione. Tante delle torrefazioni italiane, oggi famose in tutto il mondo e gioielli esemplari dell’industria nazionale, sono nate spesso dentro “botteghe” scomode in qualche vicolo di qualche città di provincia. Oggi queste fiorenti aziende, che per oltre il 50% esportano in centinaia di paesi in tutto il mondo, hanno raggiunto almeno la terza generazione portando avanti il concetto di tradizione unita all’innovazione, non solo di prodotto. E’ quanto emerge da una analisi che l’Istituto espresso italiano ha voluto portare avanti tra i propri associati (37 aziende che rappresentano circa 800 milioni di fatturato all’anno) per capire quanto sia importante in questo settore il concetto di famiglia.

Museo del caffè: ecco le famiglie che compongono e portano avanti l’intero comparto caffè

«Come tutte le eccellenze made in Italy, penso all’agroalimentare, ma anche alla moda,
all’artigianalità, abbiamo compreso da questa analisi che alla base di successi anche di caratteri industriali ci sia sempre una persona con la sua famiglia – ha commentato Luigi Morello, presidente Iei – il risultato è appunto un chiaro esempio di come anche nel mondo del caffè e dell’espresso siano proprio le tradizioni locali e familiari a estendere il prodotto alla globalizzazione di cui oggi gode l’espresso italiano».

Una questione di “famiglia”. E’ il caso per esempio di Caffè Haiti Roma

Caffè Haiti a Roma

Giunto oggi alla terza generazione che come distintivo ha puntato tutto sull’etica non solo del prodotto (oggi biologico), ma anche della gestione dell’impresa e del personale, puntando sul concetto di sostenibilità.

Dersut Caffè, storico marchio trevigiano, ha voluto raccontare la propria storia di famiglia nel Museo del caffè uno dei pochissimi musei che racconta la storia dell’amata bevanda a partire dalla pianta sino ad arrivare alla tazzina, simbolo della cultura italiana del caffè. Ad Albenga la famiglia Borea da tre generazioni porta avanti quella che all’inizio era una bottega e oggi conta una industria che per il 50 per cento esporta all’estero.

Ha puntato sulla comunicazione la terza generazione della famiglia Milani, storico marchio fondato da Celestino che da piccola torrefazione lo ha trasformato in una delle più innovative imprese del settore, oggi capitanata dai nipoti. (in allegato le storie con le dichiarazioni delle nuove leve).

La “fabbrica” del caffè in Italia

L’industria italiana del caffè è uno dei settori industriali più brillanti del food & beverage del nostro Paese. In Italia, nel settore caffè, operano oltre 800 torrefazioni con circa 7.000 addetti e un fatturato vendite 2017 di 3,9 miliardi di euro di cui 1,35 derivanti dall’esportazione. L’Italia rappresenta il terzo Paese al mondo (dopo la Germania e Belgio) per i volumi di esportazione di caffè in tutte le sue forme. Nel 2017 l’export di caffè torrefatto è arrivato, secondo i dati del Comitato italiano caffè, a 249 Mln kg di caffè verde equivalente, con un aumento del 5% rispetto al 2016. Analizzando i dati storici del Comitato italiano del caffè negli ultimi 10 anni le esportazioni di caffè torrefatto si sono più che raddoppiate.

L’export italiano di caffè torrefatto ha superato nel 2017 i 1.350 Mln €

L’Istituto espresso italiano (Iei), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 37 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 740 milioni di euro. Maggiori info:  www.inei.coffee

Iei marchio espresso italiano

Caffè Haiti Roma

Siamo arrivati alla terza generazione della Caffè Haiti Roma e le sfide da cogliere per il futuro sono tantissime e molto interessanti. La nostra evoluzione generazionale è nata con una produzione artigianale e tradizionale legata al bar. Negli anni, la seconda generazione ha ereditato questa artigianalità aggiungendo degli aspetti molto importanti, come il biologico e il Fairtrade, e consolidando la presenza a fiere ed eventi internazionali. Come terza generazione, l’intenzione è di rafforzare il lavoro fatto finora centrato attorno a principi etici e sviluppare sia il mondo delle certificazioni di qualità, sia quello della sostenibilità, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente pur mantenendo il nostro dna dell’espresso italiano.

Francesco Geracitano, titolare di Caffè Haiti Roma:

“Anni fa ho chiesto ai miei figli che intenzione avessero nel proseguire l’attività della torrefazione. Loro avevano espresso dei dubbi sulle potenzialità di un lavoro come questo. Ho spiegato loro che questo lavoro poteva assolutamente avere un forte impatto sociale legato alla sostenibilità delle zone di origine e a progetti di sviluppo molto interessanti nei paesi più disagiati. Sono rimasti molto colpiti da queste nuove prospettive che non avevano considerato, e hanno accettato la sfida di proseguire l’attività in un palcoscenico sempre più globale.”

Dersut Caffè

Dersut Caffè
Dersut Caffè

Dersut è una storica torrefazione, fondata nel 1947 da due soci triestini da cui prende il nome. Dopo soli due anni, nel 1949, viene rilevata dal Conte Vincenzo Caballini di Sassoferrato, il quale dopo aver dato le sue dimissioni da dirigente di una filiale Fiat, decide che è giunta l’ora di dare una svolta alla sua vita lavorativa e di mettere alla prova il suo spirito imprenditoriale.

Il mondo del caffè non è comunque sconosciuto alla famiglia; il padre della moglie Elisabetta, Luigi Gianfrè, è infatti un commerciante ben conosciuto nel settore e grazie a lui la passione per il caffè continua ad essere trasmessa nel corso delle generazioni successive.

Dal momento in cui il Conte Vincenzo prende le redini della torrefazione, Dersut inizia a divenire un marchio non solo conosciuto, ma soprattutto a essere associato alla qualità, l’azienda inizia a espandersi nel territorio e a crescere, pian piano, sempre di più.
Nel 1971 con grande gioia e soddisfazione il Conte Vincenzo viene affiancato dal figlio Giorgio il quale, dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio, si afferma in azienda come figura di riferimento, con grande energia, competenze e vision.

Sono anni di costante espansione per Dersut e in concomitanza dell’ingresso in azienda nel 1999 della primogenita Lara, che prima consegue il titolo di avvocato con esame presso la Corte d’Appello di Venezia, nasce un progetto lungimirante di ulteriore crescita aziendale e differenziazione del business: nel 2002 viene inaugurata la prima Bottega del Caffè Dersut.

Fiore all’occhiello dell’azienda, le caffetterie a marchio in pochi anni diventano un motivo d’orgoglio e di rappresentanza dell’azienda in tutto il Triveneto, dirette da una squadra di formazione che ne segue scrupolosamente la gestione operativa e il mantenimento di alti standard qualitativi.

Il 2010 è un anno che corona un’altra delle tappe fondamentali per Dersut: l’inaugurazione del Museo del caffè

Uno dei pochissimi musei che racconta la storia dell’amata bevanda a partire dalla pianta sino ad arrivare alla tazzina, simbolo della cultura italiana del caffè. In questo edificio, ricco di storia e cultura, realizzato per volontà del Conte Giorgio anche nell’ottica di contribuire alla valorizzazione del territorio, vengono continuativamente organizzati eventi, visite e ricorrenze al suo interno; a fine 2018 Lara ne segue l’iscrizione a Museimpresa, associazione italiana dei musei ed archivi aziendali, condividendone le finalità di conservare la memoria industriale, diffondere gli standard qualitativi e promuovere il concetto di responsabilità culturale, oltre che economica, civile e sociale, delle imprese.

Alla fine del 2015 anche la secondogenita Giulia, dopo la laurea magistrale in Marketing Management conseguita all’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano, fa il suo ingresso in azienda, portando con sé tanta curiosità verso il mondo del caffè che la spinge a sapere sempre di più, viaggiando nei paesi d’origine per vivere in prima persona questo mondo così affascinante, dal quale c’è sempre, ogni giorno, qualcosa di meraviglioso da imparare.

Giulia Caballini di Sassoferrato marketing manager di Dersut Caffè e Lara Caballini di Sassoferrato ad di Dersut Caffè:

“A nome mio e di mia sorella Lara posso dire che la nostra fortuna è di poter vivere l’energia che, ancora oggi, costantemente nostro padre imprime in azienda e che arriva a tutti, collaboratori, forza vendita, persone che passano a trovarci. Come nostro nonno Vincenzo ha dedicato la sua vita al lavoro, fino all’ultimo giorno, oggi è nostro padre a
darci un grande esempio di dedizione e impegno, così vorremo essere raccontate noi trasmettendo questa passione a tutta la famiglia Dersut e alle future generazioni che verranno.

Credo che questo sia il vero valore dell’azienda, saper trasmettere i valori a tutti coloro che ne fanno parte.”

La Genovese

La Genovese

Siamo torrefattori da 3 generazioni e abbiamo raccontato la nostra storia nel libro “Un caffè con Dario Borea” pubblicato nel 2016 in occasione dell’ottantesimo anno di vita della torrefazione. Prima generazione. Nel 1936 Dario Valle iniziò l’attività della torrefazione La Genovese in un magazzino in via Mazzini ad Albenga che rimarrà sede dell’azienda per 30 anni. Il nome nasce dal forte legame con il territorio. Dopo la guerra il genero Giuseppe Borea riprenderà l’attività e dalla piccola bottega cominciano le prime consegne… in bicicletta.

Seconda generazione. Dario e Piero, figli di Giuseppe, iniziano a lavorare in azienda. La bottega di via Mazzini non è più sufficiente e nel 1968 La Genovese si trasferisce nei magazzini di via Vittorio Veneto. La torrefazione si apre al mercato estero. Terza generazione. Entrano in azienda Alessandro, Claudio e Matteo. La Genovese consolida la propria presenza sui mercati internazionale, con oltre il 50% del proprio prodotto venduto all’estero.

Nel 2003 si inaugura il nuovo stabilimento con 130 mq di uffici, 510 mq di magazzino per la produzione e altri 500 mq per il deposito delle attrezzature e degli imballaggi.

Alessandro Borea, titolare de La Genovese:

“In realtà non c’è stato un vero e proprio “ricambio”. L’ingresso delle nuove generazioni è stato naturale, senza nessuna discontinuità nei fatti. Sia noi, della terza generazione, sia mio padre e mio zio abbiamo respirato l’aria della torrefazione sin da piccoli. Ci siamo sempre stati, anche se non sapevamo se la torrefazione sarebbe poi diventata la nostra strada.

Mio padre, e prima mio nonno ci hanno sempre insegnato che è il prodotto che offriamo a dover parlare per noi. Nient’altro. E dovevamo farlo attraverso la costante ricerca dell’innovazione e il rispetto della tradizione. Mi piace dire che tutte le innovazioni e i cambiamenti che oggi io e Matteo portiamo in azienda in realtà le abbia, in qualche modo, già previste mio nonno”.

Milani

caffè Milani
Vecchia e nuova generazione Milani

Sono trascorsi 83 anni da quanto Celestino Milani acquista una piccola torrefazione, dedicandosi alla sua grande passione: tostare il caffè. Quella prima miscela Milani bar dal gusto cioccolatoso e una leggera e fresca acidità conquista la città di Como e via via allarga il raggio dei suoi estimatori. Quando la produzione viene spostata a Lipomo, un piccolo borgo a pochi chilometri dalla città, vicino a lui c’è il giovane figlio Pierluigi. Sono anni di cambiamenti rapidi: l’industrializzazione diffusa porta con sé un mix differenziato di profili professionali e sociali, culture e provenienze.

Caffè Milani abbandona l’unica referenza e crea nuove miscele in grado di soddisfare più palati ed esigenze di gusto e corpo. Il nuovo stabilimento inaugurato nel 2017, moderno, efficiente e dal design unico, unisce alla parte produttiva una espositiva, molto interessante per la cultura e le rarità che racchiude: l’Esposizione Caffè Milani. In questi anni entrano in azienda i due figlidi Pierluigi: Elisabetta e Mattia, lei dedicata alla comunicazione e al marketing, lui al commerciale. È in atto un nuovo profondo cambiamento: la società si affida sempre più al digitale nel quotidiano, dal lavoro allo svago agli acquisti.

I rappresentanti della terza generazione vogliono soddisfare i consumatori acquisiti e
raggiungere quelli di domani: la comunicazione online ha un ruolo sempre più prevalente nel trasmettere i valori e gli obiettivi di Caffè Milani. Cambiano i mezzi, ma il futuro è saldamente ancorato alle radici aziendali, basate sulla qualità della materia e del prodotto in tazza. L’obiettivo è racchiuso nelle parole di

Pierluigi Milani:

“Lasciati guidare, compagno di avventura, ti condurrò nel mondo della magica passione per il caffè”. Elisabetta Milani, responsabile marketing & comunicazione di Milani: “Sicuramente in tutte le Pmi il passaggio generazionale è un momento cruciale, ma di fondamentale importanza per il futuro dell’azienda.

Per me e mio fratello Mattia, fin da piccoli, seguire le orme di nostro nonno e nostro padre è sempre stato nei nostri progetti. Per questo motivo la nostra realtà, negli ultimi anni, sta vivendo questa fase dove la nuova generazione apprende i segreti, le competenze e le esperienze maturate in 80 anni di storia dalla “vecchia” generazione, mentre quest’ultima apprezza la ventata di novità e di innovazione che la nuova generazione porta e propone.”

CIMBALI M2

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