TRIESTE – Anche l’associazione Museo del caffè di Trieste (aMDC) ha convintamente aderito all’iniziativa per la candidatura all’Unesco del “rito del caffè espresso italiano quale patrimonio immateriale dell’umanità“, rilanciata nel corso di un’apposita riunione in sede ministeriale romana, tenutasi ai primi di settembre al Mipaaf (Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali).
L’associazione Museo del caffè di Trieste, il cui prioritario fine sociale è appunto la costituzione, in accordo con le Istituzioni cittadine, di un museo degno di questo nome, dedicato alle testimonianze, oggetti, reperti e molteplici connessioni che hanno profondamente legato da secoli la nera bevanda alla storia, cultura ed economia di questa città emporiale, e perciò in grado di essere un grande attrattore di vaste attenzioni di turisti, curiosi, studiosi e appassionati del ramo, non poteva non essere in prima linea in questa azione congiunta e coordinata fra le più importanti realtà caffeicole del settore, nell’intento di fare di Trieste, ancora una volta – e in questo caso nell’ambito della più ampia candidatura nazionale all’Unesco – un centro di primaria importanza per tutto ciò che ruota attorno al prezioso chicco.
L’associazione Museo del caffè di Trieste per la candidatura Unesco dell’espresso italiano
Sabato 1 ottobre, all’incontro all’Antico Caffè San Marco, che, in non casuale concomitanza con la Giornata internazionale del caffè, ha segnato di fatto l’avvio triestino della campagna di promozione di Caffè patrimonio Unesco, l’adesione dell’Associazione Museo del Caffè di Trieste è stata ribadita dal responsabile stampa dell’Amdc Fulvio Sabo che, portando il saluto del presidente Gianni Pistrini e del vice Doriano Simonato impossibilitati a presenziare, ha sottolineato l’opportunità di una iniziativa coordinata a livello nazionale, per la maggior forza della candidatura, pur mantenendo ben evidenti le diverse peculiarità nel modo di fare e di vivere il caffè, a seconda delle diverse appartenenze territoriali e culturali; esempio classico Napoli e Trieste, che però in occasioni come questa dovrebbero appunto marciare affiancate.
La campagna
In apertura della presentazione della campagna, che si estrinsecherà nella raccolta di decine di migliaia di firme di cittadini e adesione di istituzioni in tutte le città d’Italia, allo scopo, come detto, di raggiungere l’ambizioso e non facile obiettivo della candidatura all’Unesco, sono intervenuti i due maggiori promotori triestini dell’iniziativa, il Presidente dell’Associazione Caffè Trieste Fabrizio Polojaz e il presidente del Gruppo italiano torrefattori di caffè (che raccoglie i ben 743 torrefattori d’Italia), il triestino Omar Zidarich.
Polojaz, che è anche coordinatore della cosiddetta comunità emblematica triestina, che organizza tutte le realtà caffeicole cittadine che partecipano allo sforzo comune per la candidatura Unesco, ha illustrato alcuni semplici ma efficaci strumenti divulgativi della campagna, in primis la bella brochure intitolata “Il viaggio del caffè” che spiega in poche paginette tutto o quasi del magico chicco (le origini, la pianta, le qualità più famose, fino al trasporto, tostatura, confezionamento, miscelazione e modi diversi di degustazione, ivi comprese le famose particolarità triestine in questo campo), per concludere che un mezzo importante della candidatura sarà “far capire a tutti che il caffè, secondo la nostra visione triestina e italiana, non è solo una bevanda, pur pregiata, ma è prima di tutto un’arte, un modo di essere, un’occasione per stare assieme, un simbolo insomma dell’italian way of life”.
La Carta dei valori del rito del caffè espresso italiano
Omar Zidarich dal canto suo ha illustrato il progetto e la particolare “Carta dei valori del rito del caffè espresso italiano” che è a fondamento della candidatura: una vera e propria dichiarazione di intenti e di ideali che pone alla base di tutta l’operazione concetti come socialità (del caffè), solidarietà e uguaglianza (il caffè è per sua natura interclassista e solidale, basti pensare alla pratica napoletana del caffè sospeso) e poi identità (torna qui il concetto del “modo di vivere italiano”), universalità e inclusività, ma anche tradizione, ritualità (spesso un vero e proprio culto che si pratica, seguendo antiche regole, anche negli spazi domestici), creatività e sostenibilità (con obiettivi da indicare e da perseguire sia per quanto riguarda la difesa dell’ambiente sia per la tutela dei lavoratori delle piantagioni).
Il sostegno alla candidatura Unesco
Su questi cardini morali e sociali si vuole basare la proposta italiana per la candidatura all’Unesco del “rito del caffè espresso italiano quale patrimonio immateriale dell’umanità”.
A sostegno della candidatura, e quindi delle specifiche iniziative triestine per il raggiungimento dell’obiettivo, sono quindi intervenute il vicesindaco di Trieste Serena Tonel per esprimere l’adesione e il fattivo supporto del Municipio e il sindaco di Sgonico Monica Hrovatin che ha ricordato come nel suo pur piccolo territorio comunale siano insediate ben tre aziende caffeicole, a testimonianza della grande importanza che questo peculiare settore riveste per l’economia dell’intera nostra provincia.
Da segnalare che le firme di adesione della cittadinanza potranno venir raccolte sia fisicamente sui moduli distribuiti in diversi bar e caffè della città, sia online sul sito.
Per quanto riguarda ancora la aMDC va rilevato che l’associazione Museo del Caffè sarà presente e partecipe anche ai diversi successivi eventi previsti in materia nel mese di ottobre quali la fiera Triestespresso Expo e il Trieste Coffee Festival che saranno altrettante importanti occasioni in più per ribadire e rafforzare la candidatura.
Con l’occasione si ricorda infine che il neo-inaugurato “Magazin de cafè” di via Aldo Manuzio 10 B, piccolo e curioso angolo di chicche caffeicole curato dall’aMDC, è visitabile su prenotazione telefonando al 368-435343 (info: www.amdctrieste.it).