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Munnar: qui si trovano le piantagioni di tè più in alto del mondo

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MILANO – Munnar è una piccola città di montagna del Kerala, nel sud dell’India. Arrivarci non è facile, non c’è una linea ferroviaria, e le strade sono poche e tortuose. Nonostante questo è una meta molto amata dai turisti di tutto il mondo perché qui si può trovare uno dei migliori tè del paese.

Con i suoi 1450 metri d’altitudine è la città che ha le piantagioni più alte del mondo: vengono prodotte ogni anno circa 50 mila tonnellate di foglie. Tutta l’economia della regione è legata alla bevanda che a sua volta è profondamente connessa alla cultura dell’India. Sono state rilevate tracce di coltivazioni risalenti al dodicesimo secolo.

Munnar, un primato ad alta quota

Pochi giorni fa il vice presidente della Commissione per la pianificazione, Montek Singh Ahluwalia, ha annunciato che l’India ha intenzione di concedere al tè lo status di “bevanda nazionale”, una scelta che non ha un valore solo simbolico: “C’è un urgente bisogno di investire nell’industria del tè” ha dichiarato Bidyananda Barkakoty, membro della North East Tea Association, un’organizzazione che tutela il prodotto nelle regioni del nord est del Paese. Ciò che preoccupa maggiormente le autorità indiane, che hanno grandi interessi nel settore, è l’ aumento di consumatori di caffè, soprattutto nella fascia più giovane della popolazione.

Oggi l’India è il secondo produttore di tè del mondo e ne consuma circa 837 mila tonnellate ogni anno

Il caffè è ben lontano da questa diffusione, ne vengono consumate 108 mila tonnellate ogni anno, ma il suo appeal appare in ascesa: recentemente anche Starbucks ha annunciato che aprirà il suo primo punto vendita nel Subcontinente. Il colosso americano entrerà in competizione così con i tre maggiori brand del Paese, Cafe Coffee Day, l’italiano Barista Lavazza e Caffè Costa. Da circa 15 anni queste aziende stanno promuovendo una cultura del caffè e della caffetteria come luogo di ritrovo e di socializzazione: “In India non ci sono molti posti per passare del tempo fuori casa, queste catene non hanno obiezioni a farci stare qui seduti per ore” ha recentemente dichiarato uno studente di Mumbai alla BBC.

I venditori ambulanti di chai, il tè indiano per eccellenza, rimangono però ancora molti e non sembrano interessati allo sviluppo del “fenomeno caffè” in quanto non entra in conflitto con le loro attività. Il costo di un caffè è di molto superiore rispetto a quello di un chai preso per strada. In realtà negli ultimi 15 anni il consumo di tè è aumentato di 275 mila tonnellate: a sostenerne la diffusione è però stata principalmente la crescita demografica.

di Vincenzo Bardo

 

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