MILANO – Cento anni di storia raggiunti dall’azienda Motta, conosciuta da tutti soprattutto quando ci si avvicina al Natale e si sente il richiamo dell’iconico panettone. Vediamo che cosa prevedono i festeggiamenti di questo importante traguardo, dal corriere.it.
Motta spegne 100 candeline
La ricetta modificata per battere la concorrenza. Il «pirottino» chiave del successo. Le denunce per «presunte scorte maggioritarie» durante la Seconda guerra mondiale. Motta festeggia cent’anni di storia, indissolubilmente legata al panettone e alle festività natalizie.
Lo fa con un volume con immagini d’epoca, un’introduzione di Paolo Mieli e i saggi di Fabiana Giacomotti, che ripercorrono i passaggi salienti della trasformazione dell’azienda.
Angelo Motta, pasticcere di umili origini, fonda la ditta artigiana nel 1919 a Milano
Ma solo nel 1921 arriva alla ricetta definitiva e all’aggiunta di quel tocco in più per «reggere» la pasta lievitata: la fasciatura di carta a corona, il «pirottino». Mossa vincente. Ma non è solo questione di segreti dolciari.
Il «scior Motta», uomo privo di licenza elementare, «capisce che deve circondarsi dei migliori per avere successo» racconta Giacomotti. E così affida a Melchiorre Bega, futuro autore della Torre Galfa, il progetto del Bar Motta in piazza Duomo a Milano; poi prende Dino Villani come direttore della pubblicità. Mentre esce dalla mano di Severino Pozzati, in arte Sepo, la grande M con la silhouette del Duomo.
L’azienda riesce a rimanere in piedi anche durante la Seconda guerra mondiale
Grazie a un piano di integrazione verticale che le garantisce le materie prime. Così la produzione continua anche quando il burro è contingentato. Sebbene la Motta debba rispondere in tribunale perché i concorrenti denunciano la ditta per scorte che sarebbero più ampie di quanto concesso.
Le bombe distruggono la pasticceria in piazza Duomo nel 1943
Ma non frenano il successo industriale. Anzi, continua la crescita grazie al processo di ricostruzione impresso dall’Iri e dal Piano Marshall e a prodotti innovativi, come il gelato confezionato da passeggio e la colomba pasquale.
Eppure è al Natale che rimane strettamente ancorato il nome Motta
E sembra scritto nel destino del fondatore, che muore il 26 dicembre del 1957 così come farà il suo successore Alberto Ferrante otto anni più tardi. L’azienda viene «statalizzata» nell’ambito della Sme, poi acquisita da Nestlé. Oggi è gestita dal gruppo Bauli, che ha scelto di far realizzare il libro commemorativo (consultabile anche online) edito da Utet Grandi Opere per i tipi Fmr e presentato ieri a Milano alla Terrazza Martini.
«Motta ha unito gli italiani sotto un comune dolce tradizionale natalizio — dice Michele Bauli, presidente del Gruppo —, abbiamo voluto ricordarne la storia».
Un dolce che a un secolo dalla nascita non stanca, come dimostra l’indagine di BVA Doxa: per il 56% degli intervistati non c’è Natale senza panettone, la ricetta originale è la preferita dal 43% dei nostri connazionali.