Elisabetta Moro, vicentina di nascita e napoletana d’adozione, è professoressa di Antropologia culturale presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa ed una delle massime esperte al mondo della materia. Spiega su Repubblica perché, al netto delle polemiche sulla qualità, il caffè a Napoli è qualcosa di diverso. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Cookist.
Il rito del caffè a Napoli
Il caffè, oggi bevanda simbolo di socialità e creatività, ha radici profonde nella storia e nella cultura italiana, arrivando a diventare un vero e proprio rito nella città di Napoli. Questo legame speciale con la bevanda è testimoniato dalla professoressa Elisabetta Moro, antropologa e scrittrice, che su Repubblica afferma: “Il caffè è un rito che a Napoli supera il tempo e lo spazio, unisce classi sociali e rappresenta un momento sacro della quotidianità”.
Al netto delle polemiche suscitate da Report vediamo insieme di cosa parla la docente dell’Università Suor Orsola Benincasa.
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A Napoli, il caffè non è semplicemente una bevanda: è un simbolo di identità culturale. Arrivato nel porto partenopeo nel XVIII secolo, si è rapidamente diffuso grazie alla sua capacità di riunire persone di ogni ceto sociale. Nei palazzi nobiliari, si imparava dai trattati di cucina, come “Il Cuoco Galante” di Vincenzo Corrado, l’arte di tostare i chicchi per mantenere un aroma dolce e avvolgente, ancora oggi distintivo del caffè napoletano.
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