mercoledì 30 Ottobre 2024

Morettino Caffè Palermo: ai Quattro Canti della città rinasce il caffè letterario

Il Morettino Caffè Palermo racconta la bellezza d’altri tempi della Belle Epòque palermitana, in cui la città era salotto dell’aristocrazia europea, ospitava intellettuali e artisti ed era crocevia delle nuove dinastie imprenditoriali guidate dai Florio. Oggi, a distanza di oltre un secolo, in questi ambienti eleganti ed iconici si potrà rivivere quella dimensione temporale che ha ispirato la “Palermo Felicissima”, restituendo così alla città il suo caffè storico, come il Caffè Florian a Venezia, il Camparino a Milano e il Caffè Gilli a Firenze

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PALERMO – La porta di uno dei locali storici più iconici e affascinanti di Palermo sta per dischiudersi. A distanza di più di 120 anni da quell’ultimo caffè servito, rinasce il Caffè Palermo, storico caffè letterario della Belle Epòque palermitana che si trovava all’interno del cinquecentesco Palazzo Guggino-Chiaramonte Bordonaro, e si affacciava ai Quattro Canti, sul cantone di Sant’Agata nel cuore del centro storico della città.

Venerdì 2 agosto, a pochi giorni dalla straordinaria celebrazione del 400° Festino di Santa Rosalia, aprirà le porte il Morettino Caffè Palermo, che oggi rinasce grazie alla volontà di voler riscoprire e valorizzare un luogo che appartiene alla memoria della nostra città.

Il Morettino Caffè Palermo racconta la bellezza d’altri tempi della Belle Epòque palermitana, in cui la città era salotto dell’aristocrazia europea, ospitava intellettuali e artisti ed era crocevia delle nuove dinastie imprenditoriali guidate dai Florio. Oggi, a distanza di oltre un secolo, in questi ambienti eleganti ed iconici si potrà rivivere quella dimensione temporale che ha ispirato la “Palermo Felicissima”, restituendo così alla città il suo caffè storico, come il Caffè Florian a Venezia, il Camparino a Milano e il Caffè Gilli a Firenze.

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Compagni di viaggio di questa ambiziosa sfida imprenditoriale, Morettino, storica famiglia di torrefattori siciliani, e la famiglia Borgia, che negli ultimi anni si è contraddistinta nel campo della ristorazione, per un virtuoso percorso di collaborazione che guarda al futuro.

Andrea Morettino e Saverio Borgia (immagine concessa)

“Questo ambizioso progetto, che sorge nel cuore della nostra città e si ispira alle sue radici storiche, testimonia il nostro profondo amore per Palermo – racconta Arturo Morettino – e la volontà di tramandare la nostra tradizione di famiglia e la cultura del caffè. Il caffè è infatti un simbolo di accoglienza e di integrazione tra popoli e culture”.

“Il caffè è icona di socialità e condivisione e diventa oggi un segno di rinascita per la nostra città: le aperture delle librerie, dei teatri e dei cafè hanno da sempre rappresentato un forte segnale di risveglio sociale e culturale, un percorso di rigenerazione che Palermo merita”, aggiunge Andrea Morettino.

“L’apertura di Caffè Palermo è un tassello importante che rappresenta un ulteriore passo in avanti per il nostro gruppo ‘Borgia Group’. Fare sistema fra aziende sane – dichiara Saverio Borgia – è il segreto per portare avanti la nostra idea di innovazione e di fare impresa in Sicilia, nel resto d’Italia e anche fuori dai confini nazionali”.

Il caffè letterario e il Museo del  caffè

Morettino Caffè Palermo vede come protagonista il caffè, il suo rituale, la diffusione della sua cultura.

Il progetto del caffè letterario prevede una libreria che si affaccia sulla sala della parete retrostante il cantone di Sant’Agata, con volumi messi a disposizione degli ospiti e un programma di eventi e presentazioni di libri, per tornare a dare un’anima a questo luogo.

Gli ospiti possono godere anche di un’esposizione permanente di antichi strumenti per la lavorazione del caffè del Museo Morettino e di una mostra di alcuni dei pezzi più iconici del Mumac (Museo della Macchina per Caffè) del gruppo Cimbali – Faema.

Caffè Palermo: la carta dei caffè e la cucina

Il caffè, la materia prima e le sue contaminazioni. Questo luogo racconta un percorso esperienziale di degustazione attraverso la creazione di una carta dei caffè, per stimolare la curiosità del consumatore nella scelta del caffè e del metodo di estrazione.

Il rituale dell’espresso è celebrato attraverso la proposta di alcune pregiate miscele create dai maestri torrefattori Morettino e dedicate alla città: il blend “Caffè Palermo”, caffè che rispecchia la tradizione palermitana, e il blend “Rosalia”, miscela di puri Arabica d’altura nata per celebrare la Santa Patrona di Palermo. Prevista anche a una selezione di Specialty Coffee da gustare in Espresso e Filtro.

Spazio anche ad un’offerta culinaria autentica dal sapore mediterraneo, che reinterpreta la tradizione con semplicità e genuinità. Un progetto che vuole raccontare l’evoluzione di una città aperta e multiculturale come Palermo, meta di crescenti flussi turistici, con una forte attenzione verso i nostri sapori autentici e le ricchezze enogastronomiche, che accompagnano gli ospiti tutto il giorno, dalla colazione fino alle proposte serali.

La storia del Caffè Palermo

Tra il 1878 e il 1902 i bassi di Palazzo Guggino – Chiaramonte Bordonaro ospitarono il celebre “Caffè Palermo”, una delle caffetterie in stile Liberty più belle della città, che animava i Quattro Cantoni. Erano gli anni della Palermo felicissima che nel 1891 la città ospitò l’Esposizione Nazionale italiana, che rese la città un’icona di una bellezza artistica ed architettonica nel mondo. A Palermo la cultura dei Caffè era presente già nel Seicento, per poi affermarsi nella seconda metà dell’Ottocento come luoghi di ritrovo, fucine di idee e di affari, covi di rivoluzionari, officine di riviste letterarie e politiche.

Quattro Canti nel 1890 (immagine concessa)

I caffè erano simbolo di una forte socialità che si sviluppò nel cuore della città: dai Quattro Canti, lungo il Cassaro, fino al Foro Italico, si assistette ad un proliferarsi di caffetterie, pasticcerie, sorbetterie che divennero il cuore pulsante della vita cittadina. L’ascesa di alcune dinastie di imprenditori inglesi, come gli Ingham e i Whitaker, e di famiglie locali come i Riso, i Chiaramonte Bordonaro, i Tagliavia e soprattutto i Florio, e la presenza di investitori stranieri come i tedeschi Gondelberg, magnati della chimica, e i mobilieri francesi Ducrot, diedero una dimensione internazionale a Palermo.

Il Caffè Palermo ospitava la nuova borghesia imprenditoriale e le famiglie nobiliari dell’epoca, che trascorrevano il tempo libero sorseggiando caffè e gustando sorbetti e cioccolata. Sembra fosse abitudine dei preti delle vicine chiese di San Giuseppe dei Teatini e di San Matteo andare lì dopo la messa a fare colazione con pane e gremolata di cannella o scorzonera.

La caffetteria chiuse i battenti della storica sede dei Quattro Canti nel 1902, quando cambiò gestione e si trasferì al civico 186 di via Maqueda, dove rimase aperta fino agli inizi degli anni Trenta. Nel 1924, a Palazzo Guggino – Chiaramonte Bordonaro arrivò La Rinascente, chiudendo così per un lungo periodo la felice parentesi del Caffè Palermo, che oggi si riapre.

La rigenerazione

Il complesso lavoro di rigenerazione degli spazi è durato oltre 5 anni, tra le delicate fasi di progettazione e la minuziosa opera di restauro conservativo portato avanti da professionisti, artigiani e maestranze tutte siciliane, con la costante supervisione della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo.

Si è condivisa la volontà di investire in un progetto di riqualificazione che rispettasse la storia e l’anima del palazzo, oggi in stato di abbandono, ricostruendo dai bassi quell’atmosfera storica della Palermo felicissima e provando a raccontarne la bellezza perduta.

Il Caffè Palermo nasconde anche un luogo segreto, fino ad oggi rimasto nascosto e inaccessibile: è stata svelata la parete originale retrostante la fontana del cantone di Sant’Agata, che viene restituita alla città ed alla sua memoria storica.

Grazie all’abilità di restauratori siciliani, è stato possibile riportare alla luce significative tracce pittoriche ed affreschi originali del 1600 che erano andati perduti durante i lavori di ammodernamento e trasformazione che il palazzo ha subito nei secoli. Sono stati anche valorizzati alcuni elementi architettonici, come la colonna e le travi in ferro battuto di inizio Novecento che dominano la sala principale.

L’intervento sulla volta dei locali della caffetteria ha voluto evidenziare, attraverso un restauro conservativo, la stratificazione della struttura stessa e la testimonianza degli interventi subiti nei secoli.

Il soffitto originario, databile al XVI secolo, è stato più volte oggetto di interventi successivi ma, grazie al minuzioso restauro eseguito, risultano oggi evidenti e leggibili alcuni originali decori a tempera, tra cui svetta un’aquila, simbolo della città di Palermo, che può essere datata al XVII secolo.

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