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giovedì 21 Novembre 2024
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Moreno Faina su MDEJ 2024: “Sette nuovi istituti, dopo 32 anni, l’interesse è rinnovato”

Faina conclude: “Mi ha convinto il vincitore della prova tecnica così come quello che si è distinto in quella dei cocktail. Due belle prestazioni che meritavano di essere riconosciute e premiate.”

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MILANO – Conclusa anche la trentaduesima edizione di Maestri dell’Espresso Junior, al tavolo per fare il classico bilancio il direttore dell’Università del caffè illy, Moreno Faina: freschi ancora dalla premiazione dei vincitori 2024, l’opinione di chi ogni anno osserva i giovani professionisti del domani mettersi alla prova.

Faina, allora cosa ci può dire di questo Maestri dell’espresso junior?

“È stata una competizione lunga, con circa un migliaio di ragazzi che hanno partecipato nelle fasi preliminari e 7 nuovi istituti che hanno fatto il loro ingresso fra realtà consolidate e recenti. Possiamo affermare quindi che ci siano delle ulteriori aperture rispetto al passato e stiamo riscontrando questo rinnovato interesse che sembra impossibile esista ancora dopo 32 anni e che pure accade.

Come ci siamo riusciti? Abbiamo cercato come sempre di coinvolgere il più possibile i professori e i ragazzi con delle tematiche più interattive, attuali, stimolanti per il raggiungimento di certi livelli di conoscenza.

Il nostro è un percorso: sappiamo che quando arrivano alla finale i ragazzi non hanno ancora raggiunto la loro autonomia totale, ma questa resta comunque l’idea da raggiungere. Abbiamo creato anche dei questionari adeguati a coloro che sono in possesso di una certificazione DSA di dislessia per dare un concreto contributo inclusivo.

Maestri dell’espresso junior è una manifestazione che esiste da tanti anni e che si pone ancora l’obiettivo di dare una continuità: non è facile, perché poi ci si scontra con dei limiti che nascono dal confronto con altre realtà progettualità che magari si pongono altri obiettivi.

D’altra parte, non possiamo pensare che tutti gli istituti alberghieri italiani possano partecipare, ma ci piace credere che questo allargamento possa continuare e lavoreremo così in questa ottica anche nei prossimi anni.”

Lei ha parlato prima di nuove esigenze di mercato alle quali i ragazzi devono rispondere: esattamente cosa significa?

“Le nuove esigenze sono legate ad una disponibilità e ad una flessibilità delle persone dei professionisti dell’ospitalità, che si aprono ad un rapporto differente anche con i gestori dei potenziali punti vendita.

Queste nuove figure professionalizzanti, questi talenti che oggi abbiamo visto esprimersi qui, rappresentano una fucina di operatori, sono richiestissime. Quindi rafforzare questo messaggio significherebbe coprire una grossa carenza che oggi esiste nel mercato.

La professionalità che questi istituti possono dare agli studenti va esattamente in quella direzione: non sempre però le due realtà si incontrano e per farle incrociare adeguatamente ritengo che anche i ragazzi che oggi crescono che stanno impostando la propria professionalità, dovranno aprire la mente al concetto di disponibilità e flessibilità, muovendosi oltre alle impostazioni consolidate, retaggio del passato.

Alle attività, alle competenze, agli orari vincolati a logiche superate: percepire le variazioni del mercato di oggi significa farsi trovare pronti alle nuove esigenze che esistono adesso.”

Faina il livello era elevato quest’anno?

“In alcuni studenti l’emozione ha giocato molto. Ma altri si sono dimostrati particolarmente maturi. Ma l’emotività anche a fronte di una grande preparazione è fisiologica. I docenti devono aiutarli a conquistare superare quelle insicurezze che poi sul mercato sono risulteranno importanti.”

Il tema della presentazione al Premio giuria quest’anno mancava, come mai?

“Quest’anno ci siamo concentrati per la partnership con Alpro nella creazione della ricettazione con un focus speciale sull’uso delle bevande vegetali, un file rouge in tutte le soluzioni proposte.”

Ma non dovrebbe essere più il caffè il comune denominatore?

“Sì, infatti la mattina il focus era sull’espresso e sul cappuccino con tutte le specificità tecniche e sensoriali. E in ogni caso, nel pomeriggio il caffè è stato presente nelle ricette come ingrediente fondamentale insieme alle bevande vegetali. La caffettosità dei prodotti presentati dai ragazzi, in alcuni casi era è stata più importante di altri e questo dovrebbe fare la differenza sul giudizio finale.”

Ci sono già spunti per la trentatreesima edizione?

“Ancora è presto, ma è nel nostro spirito raccogliere sempre i feedback e sarà l’occasione per noi partner di sederci al tavolo per cogliere nuovi aspetti da migliorare. Ad esempio quest’anno abbiamo lasciato spazio agli studenti di portarsi da soli le proprie attrezzature: cercheremo di comprendere se questo ha portato dei veri benefici e se replicare l’esperimento che aveva il fine di dar sfogo totale alla creatività.

Vedremo l’anno prossimo: ci lasciamo sempre margini per apportare le modifiche istituendole nel concorso con le tempistiche e le approvazioni giuste. Ricordiamo che Maestri dell’espresso junior è monitorato dai funzionari della camera di commercio di Trieste-Gorizia, rarità tra le competizioni barista.

Ci siamo resi conto che era necessario dare una garanzia ulteriore a docenti e studenti con una supervisione esterna, dalle fasi di selezione a quella di valutazione e registrazione dell’analisi in maniera oggettiva.”

Il vincitore l’ha convinta?

Faina conclude: “Mi ha convinto il vincitore della prova tecnica così come quello che si è distinto in quella dei cocktail. Due belle prestazioni che meritavano di essere riconosciute e premiate.”

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