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venerdì 22 Novembre 2024
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Montagne di caffè nei magazzini del Vietnam

Oltre un quinto del raccolto 2014/15 sarebe ancora invenduto, secondo un recente sondaggio condotto presso gli addetti ai lavori

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MILANO – I produttori del Vietnam sono seduti su una montagna di sacchi di caffè. Questa almeno l’immagine che suggerisce il più recente sondaggio Bloomberg, compiuto presso un qualificato campione di addetti ai lavori operanti sulla piazza indocinese.

Secondo la media delle risposte fornite dagli otto trader intervistati dall’agenzia americana, alla fine del mese scorso giacevano ancora nei magazzini vietnamiti ben 320 mila tonnellate di chicchi, pari a circa un quinto del raccolto di quest’anno.

Oltre il triplo delle scorte stimate alla stessa data dell’anno scorso, quando risultavano in giacenza appena 90 mila tonnellate di caffè, ossia il 5% del raccolto 2013/14.

A scoraggiare le vendite, i bassi livelli dei prezzi interni, attualmente inferiori del 12% a quelli dell’anno scorso: un gap che anche le recenti svalutazioni del dong (la moneta vietnamita) rispetto al dollaro non hanno potuto compensare. Il chilogrammo di caffè veniva pagato, la settimana scorsa, nel Dak Lak, 35 mila dong, in ulteriore calo rispetto ai 36 mila dong di fine agosto.

L’export vietnamita, quest’anno, è in caduta libera: -30% nei primi 8 mesi dell’anno solare, per un volume di 876 mila tonnellate. Il più basso dal 2010, secondo i dati dell’Ufficio Generale di Statistica di Hanoi.

E le ingenti scorte di riporto nella nuova annata caffearia metteranno prevedibilmente ulteriore pressione sui prezzi, a fronte di un nuovo raccolto 2015/16, che secondo gli intervistati potrebbe essere di oltre 28,6 milioni di sacchi.

Vicofa (come sempre) pessimista

Vicofa, intanto, si dedica al suo esercizio preferito in questa stagione: la diffusione di stime pessimistiche sul prossimo raccolto, nell’intento di sostenere i prezzi. Anche quest’anno, l’influente Associazione vietnamita del caffè e del cacao prevede una produzione in forte calo, almeno del 20%.

A supporto di queste previsioni due argomenti comunque validi: l’invecchiamento complessivo delle piantagioni, che sta imponendo ampi interventi di rinnovo degli arbusti, e il forte stress idrico subito dalle colture a seguito della siccità.

In realtà, dati governativi dimostrano come la quantità delle precipitazioni cadute il mese scorso, pur inferiore del 22% a quella del 2014, si sia discostata di appena il 3% rispetto alle medie storiche recenti.

Vamco non danneggia il caffè

Il Vietnam è stato investito ieri dal ciclone tropicale Vamco, che ha portato piogge torrenziali anche in parte degli Altipiani centrali, senza conseguenze comunque per le colture di caffè, secondo le ultime notizie a nostra disposizione.

Il fattore climatico è al centro delle preoccupazioni anche in Indonesia, dove il fenomeno El Niño potrebbe alterare i pattern normali delle precipitazioni nei prossimi mesi, in coincidenza con le fasi decisive di sviluppo del nuovo raccolto.

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