MILANO – Ci siamo. Finalmente, in libreria dal 9 maggio, un libro sul caffè, «Mondo caffè» si intitola, dove la storia del pastore Kaldi è confinata in due righe due. Per evitare la noia generata dalla lettura di un argomento arcinoto e lasciare spazio al resto. Che è tanto, anche se più per i coffee lover che vogliono imparare che per gli addetti ai lavori. Che gli argomenti affrontati dal libro dovrebbero conoscerli tutti.
Ecco «Mondo caffè – storia, consumo ed evoluzione di un’invenzione meravigliosa» (Cairo Editore, pagine 320, 18 €) lo vedremmo bene in vendita nei bar, per i clienti curiosi della materia. Sia nei locali di tendenza, sui quali il libro si dilunga, sia quelli più tradizionali.
Così il lettore dell’opera scritta a due mani dai giornalisti Andrea Cuomo e Anna Muzio con la prefazione di Luciano De Crescenzio scoprirà, per esempio, che cosa è e come funziona il comodato d’uso: un oggetto misterioso per la maggior parte dei consumatori, ben noto agli addetti ai lavori.
L’ambizione degli autori è stata quella di realizzare una piccola enciclopedia «di un’invenzione meravigliosa», come indica il sotto titolo: fornire una visione aggiornata sull’ideologia caffeinica italiana. Sfidando anche un tabù nazionale: quello secondo il quale il vero caffè sarebbe soltanto l’espresso.
Ma il cambiamento è in corso. E il libro, che sarà tra i protagonisti del Salone del libro di Torino dove sarà presentato lunedì 13 maggio, ne dà conto nei dettagli.
Raccontando la nascita delle caffetterie specialty un po’ dappertutto, e la curiosità prodotta dall’apertura delle Reserve Roastery di Starbucks a Milano in Piazza Cordusio. Una cronaca non superficiale che mostra che anche nel nostro Paese si sta facendo strada una certa curiosità verso l’altro caffè.
Su questa curiosità punta il libro Mondo Caffè, che tratta la bevanda alla caffeina in tutti i suoi aspetti. Quello botanico e quello economico. Quello storico e quello culturale. Quello medico e quello godereccio.
E nelle oltre 300 pagine del caffè sono raccontati i tanti pregi e i pochi difetti, nella convinzione che si tratti davvero dell’ingrediente che spiega e stimola l’umanità del Terzo Millennio.
Con un ampio spazio riservato alle ricette al caffè firmate dal prezzemolo di questi anni: gli chef.
