domenica 22 Dicembre 2024
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Dotti: “Mondiale? La gara è già un po’ mia, come fossi in allenamento costante”

Il campione: "L’anno scorso, classificandomi tredicesimo, quindi per un pelo agli ottavi di finale, mi sono detto che avrei voluto superare quella fase. Ovviamente però, miro alla finale e poi al primo posto.”

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MILANO – Il campionato nazionale ha visto trionfare per la seconda volta di fila Fabio Dotti, che con la sicurezza di chi sbaraglia gli avversari un’edizione dopo l’altra, si affaccia alla sfida mondiale del cup tasters: palato e mente pronte per salire in pedana e portare in alto l’Italia a confronto con gli altri campioni internazionali. Obiettivo? Naturalmente vincere: ma ecco come si sta preparando a questa importante sfida che si terrà a Milano, dal 23 al 25 giugno sotto gli occhi di una community col fiato sospeso.

Dotti, si è ripreso dal bis della vittoria nazionale?

“Sì – ride Dotti – Possiamo dire che mi sono ripreso e che mi sto allenando. Certo, sono particolarmente preso dalla formazione e dalla promozione del mio prodotto legato al gin, ma ho già calendarizzato gli allenamenti. Di recente sono stato a Trieste per una giornata intensa dedicata ad un training specifico con Alberto Polojac per simulare la gara e assaggiare alla cieca caffè che non conosco, cercando di mettermi nelle condizioni di stress emotivo da mondiale.

Abbiamo lavorato anche su tattiche psicologiche per rilassarmi e concentrarmi prima di ogni gara. Devo arrivare pronto anche dal punto di vista mentale ed esser in grado di trovare un equilibrio. Per questo ci siamo focalizzati su diversi elementi: trovare una musica che potesse permettermi di distendermi insieme a delle immagini che mi trasportino in un contesto di quiete. Una volta stabilizzato l’aspetto emotivo, abbiamo lavorato sulla performance: avrò un cucchiaio in mano, per cui l’attenzione deve andare proprio su questo oggetto, la sua forma, la sensazione tattile che ne deriva. Ho bisogno di concentrarmi su qualcosa di concreto per evitare di esser influenzato dai fattori esterni.

Un’altra tattica è quella di fare i conti a mente, oppure tenere le mani in movimento, insieme a degli esercizi posturali per acquisire maggiore sicurezza. È molto utile, perché non avevo mai affrontato la gara da questo punto di vista. Durante le prove svolte da Imperator, ho riscontrato degli effetti positivi, ma scopriremo a breve se questo darà risultati effettivi anche di fronte al vero stress da gara.”

Qual è la routine di preparazione per il palato invece?

“Comincerò a concentrarmi maggiormente sul palato quando avrò degli attimi di respiro: la mia agenda attualmente è piena di impegni come trainer e imprenditore, il che da un lato è molto positivo, dall’altro mi tiene un po’ lontano dall’assaggio. Ma questa gara la sento già un po’ mia, che sono predisposto agli aspetti sensoriali: per me non è una gara da replicare da zero, perché il mio cervello è come se fosse in allenamento costante. Dall’ultima settimana di maggio comunque, sino all’inizio dei mondiali, mi eserciterò possibilmente tutti i giorni in Torrefazione Agust.”

Cosa si aspetta dalla gara? Incontrare competitor del calibro della scorsa edizione?

“Ai mondiali dello scorso anno, tutti i competitor hanno dimostrato delle abilità uniche. L’unica cosa che posso fare è pensare a fare il mio, dando il 200% in gara. Non mi preoccupo degli altri, mi concentro sui miei punti di forza e le mie sicurezze. Portando l’Italia in alto e partendo dalla conferma di una doppia vittoria consecutiva nazionale. L’obiettivo è quello di vincere, ma almeno voglio arrivare al podio.

L’anno scorso, classificandomi tredicesimo, quindi per un pelo agli ottavi di finale, mi sono detto che avrei voluto superare quella fase. Ovviamente però, miro alla finale e poi al primo posto.”

Il cambio di location per lei Dotti è un pro o un contro?

Conclude Dotti: “Le cause del cambiamento da Varsavia a Milano le conosciamo tutti e sono molto dispiaciuto per il terribile periodo che migliaia di persone stanno vivendo a causa della guerra. Giocando ancora una volta in casa ho la possibilità di avere accanto la mia famiglia, la mia compagna, i miei amici. Questo per me rappresenta un enorme supporto morale e motivo di grande carica. Certo, viaggiare ha sempre il suo fascino, ma sono felice di gareggiare a Milano proprio perché sento più vicino chi mi sostiene.”

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