EL SALVADOR – Ci sono casi in cui entrare nel mondo del caffè non rappresenta solo una professione, ma un cambio di vita totale. In alcuni dei luoghi d’origine, diventare uno dei protagonisti che costituiscono la lunga filiera, fa la differenza tra la vita e la morte. Per questo proponiamo la storia di Moises, un giovane che ha fortunatamente messo il suo futuro sul giusto binario. Dal sito themapreport.it.
Moises: un esempio di rinascita nel caffè
Essere giovani in El Salvador può essere un problema. Il piccolo e più densamente popolato paese centroamericano ha tra i tassi più alti al mondo di omicidi (se si escludono le zone di guerra), la violenza e l’insicurezza fanno parte della vita di tutti i giorni per gli oltre 6 milioni di abitanti, che vedono nella gioventù un potenziale pericolo, vista la giovane età dei membri delle gang.
Uno stigma paradossale ma reale, con cui i giovani salvadoregni devono fare i conti. Moises è uno di loro. Ha 23 anni, vive nella capitale San Salvador, è cresciuto in una famiglia di sole donne, con la madre, la nonna, la sorella e la nipote, e ha trovato nel caffè uno strumento di riscatto.
La ricerca di un lavoro è difficile in un contesto fragile, povero e segnato dalla violenza come questo
“Gli unici impieghi che riuscivo a trovare erano in zone, diciamo così, pericolose. Non è facile, per i giovani come me”, racconta Moises. Tutto cambia quando, nel 2017, Moises comincia a seguire dei corsi di formazione organizzati dal World Food Programme sulla gastronomia, che vogliono fornire ai giovani alternative alla decisione di migrare nonché consolidare valori di coesione sociale, di pace, di non violenza. Creare un senso di identità, personale e collettiva, che guardi al futuro con un ottimismo dinamico e costruttivo.
Moises partecipa a un corso di 200 ore e segue lezioni teoriche e pratiche su cucina, nutrizione, sicurezza dei cibi, customer service, sviluppo personale e valore della cittadinanza
In cambio della frequenza, il WFP fornisce a Moises voucher per l’acquisto di cibo senza i quali, a detta del giovane, forse non sarebbe riuscito a completare il corso, per non gravare ulteriormente sulla famiglia. All’inizio senza troppo entusiasmo, Moises segue i corsi appassionandosi via via sempre di più. A casa riproduce ricette e tecniche imparate al corso e, dopo due mesi di stage professionale, trova impiego in uno dei franchise internazionali più famosi in America Latina. E lì scopre una passione: l’arte di fare i caffè. Un’arte fine, delicata, aromaticamente antica, con un prodotto di alta qualità di cui El Salvador è un importante esportatore.
Moises però non si ferma
Ha capito che c’è spazio, dentro e fuori di lui, per migliorare, per fare di più e meglio, per seguire le proprie passioni. Si dedica alla creazione di dolci ma segue anche la parte amministrativa del lavoro. Oggi Moises lavora come assistente amministrativo in uno dei punti vendita più famosi del franchise.“Ero così contento quando ho ricevuto il primo stipendio. Volevo darlo tutto a mia madre, ma lei mi ha detto di tenerne gran parte per me, per il futuro. Sono molto felice, mai avrei immaginato di diventare responsabile in un negozio”.
Un lavoro e competenze hanno cambiato la vita di Moises e della sua famiglia. Hanno cambiato la prospettiva di futuro. Hanno ridato coraggio e speranza. È anche questa la missione del WFP: distribuire non solo assistenza alimentare nelle emergenze, ma strumenti per un futuro migliore, che cambino la vita di chi ha bisogno, nel rispetto della persona, della sua dignità, della sua integrità. A vantaggio dell’intera comunità. Fame Zero significa anche questo.