MODENA – Con i tempi che corrono offrire un caffè non diventa più una cosa così scontata. Perché Il caffè risente delle conseguenze della crisi economica in atto.
Le giustificazioni sono sempre le stesse: l’Iva è aumentata, la materia prima costa sempre di più, bisogna stare dentro ai costi. E così il caffè è arrivato ai suoi massimi storici: un euro e 10 centesimi, 1.50 se si è comodamente seduti al bar ed è il cameriere che lo porta.
La situazione non è la stessa in tutti i bar, ma i prezzi si aggirano intorno alla stessa fascia. Gennaro Ciccarelli del bar Manifattura difende l’1.10 euro alla tazzina: «Sì, è vero, qui abbiamo aumentato, ma i costi sono elevati e ormai fatichiamo a starci dentro. Va detto che in cambio diamo però un prodotto di ottima qualità. Naturalmente non mancano le contestazioni: molte volte i clienti si lamentano per il rincaro del caffè».
Invece Stefano Chiamonte del bar “La bicicletta” ritiene che «il caffè deve costare un euro, non si può aumentare, è una cosa illogica». Illogica nel senso porterebbe ad una riduzione di quel rito tanto caro a tutti: un caffè al bar.
Mantenere il caffè ad un euro piuttosto che aumentarlo è anche un fatto di concorrenza. Soprattutto nel centro storico, dove si possono trovare due o più bar nell’arco di 200 metri, è fondamentale guardarsi intorno e fare quello che fanno gli “avversari” per non rischiare di perdere la clientela, che sta diminuendo in modo vertiginoso.
Se il caffè cresce sempre di più, la classica colazione, cappuccino e brioche, non è da meno. In questo caso si parla di cifre più considerevoli: 2.30, 2.50 fino ad arrivare a 2.70 euro a seconda del locale. La scelta di molti bar è stata la stessa: mantenere il caffè ad 1 euro, ma aumentare tutto il resto.
Tuttavia questo ha portato ad una drastica diminuzione di clienti che prendono una colazione completa. Biagio Lo Gerfo del bar Spitz commenta: «Quasi nessuno prende più una brioche per colazione. Su cinque caffè consumati, solo uno prende anche qualcosa da mangiare».
C’è chi per far fronte alla crisi offre un piccolo incentivo, come Roberto Moncata del bar Via Taglio: «Abbiamo ideato una tessera per le colazioni. Una volta che se ne sono consumate dieci, l’undicesima è in omaggio. Pensiamo che in questo modo la clientela possa essere incoraggiata a consumare nel nostro bar».
Invece Biagio Lo Gerfo del bar Spitz si è inventato una promozione. «Durante il periodo di Natale il caffè era stato messo a 0.90 euro, per incentivare i clienti a venire nel bar. In quel periodo c’è più gente per i negozi e anche la clientela nei bar aumenta. La differenza non la fa comunque il caffè a 0.90 o 1 euro. La grossa differenza è quando viene messo a 1.10. È in questo caso la clientela inizia a lamentarsi».
Tuttavia, continua, «Modena è una città che va al contrario per quanto riguarda i prezzi. I bar del centro storico devono stare attenti a non aumentare troppo il costo del caffè, perché la concorrenza tiene i prezzi bassi. Mentre in periferia i prezzi sono molto più alti. Il caffè lo trovi solo ad 1.10 euro se non di più».
Ed effettivamente la differenza tra centro e periferia si fa sentire. Nella maggior parte dei bar il caffè arriva a 1.10 euro e sembra anche che la concorrenza sia meno sentita che dalle altre parti, soprattutto per la mancanza di concentrazione di più bar nella stessa zona.
Tuttavia le conclusioni alle quali arrivano tutti i gestori sono le stesse: l’aumento del caffè è solo la “ciliegia sulla torta” della conseguenze della crisi economica. Ci sono sempre meno soldi, meno consumatori, meno voglia di spendere e più consapevolezza che bisogna risparmiare sulle piccole cose. Come, appunto, un caffè.
fonte: http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/11/07/news/i-baristi-colpa-della-crisi-se-anche-il-caffe-aumenta-1.8070513
