MILANO – Nei tempi di isolamento e Coronavirus, la cultura del caffè non si arresta. I professionisti e gli esperti sono anzi sempre più attivi sfruttando gli strumenti del web. A fare rete stavolta ci pensa Misceliamo Coffee Emotion, che ha organizzato un incontro, un dialogo con sei esperti, per discutere sulle prospettive future dopo questo periodo critico.
Misceliamo Coffee Emotion: il Coffee Talk sabato 11 aprile, h17
Inutile girarci attorno: c’era un prima. E, adesso, c’è un adesso sperso, piccolo e sbilenco, che fatica ad immaginare il suo dopo. Ci prova, adesso: s’immagina, s’affida, s’informa e si contiene. Nei giorni migliori s’affaccia al balcone e prova a carpire un segnale, salvaguardando nel frattempo le prospettive in potenza, rimanendo fermo: per non disturbarle.
Stiamo parlando dell’adesso che arranca nei confini squadrati degli appartamenti di città, e nel silenzio contribuisce a non svegliare il futuro prima del tempo. Ma anche dell’adesso delle foreste smisurate d’oltreoceano, che pure necessitano cure come animali pulsanti.
Ma anche dell’adesso dell’artigianato locale, fatto di macchinari da nutrire come figli, e quotidianamente.
Parliamone, dunque, adesso: perché preservare il qui e l’ora e è quello che si può fare, intanto
La ritualità del caffè bollente al risveglio ha origini antichissime, in Italia come nel mondo.
Dall’Etiopia, i primi chicchi arrivarono in Italia secoli fa. Cosa ne sarà, di una delle filiere cruciali del mondo, dopo? Cosa, delle reti preziosamente intrecciate tra i coltivatori del Sud ribollente della Terra e il loro Nord, pallido e opulento?
Parliamone, adesso: perché, per quanto piccolo, distrutto e spaventato, è tutto quello che abbiamo
Sabato 11 aprile, dalle ore 17 alle ore 18, in diretta, sei amici, coffee lover ed esperti di caffè, si confrontano sul futuro della filiera caffeicola dopo la pandemia.