MILANO — È il paradosso del caffè all’italiana. Siamo il Paese considerato nel mondo leader nella preparazione della bevanda espresso. Eppure, come consumatori, siamo forse tra i popoli che meno conoscono la materia prima con cui esso viene preparato.
E poco sappiamo anche dei metodi di estrazione differenti rispetto all’espresso, quel concentrato di energia e aromi che ci ha reso popolari ovunque.
Ora qualcosa sta cambiando
Come si è visto alla prima edizione del Milano Coffee Festival, svoltasi al Base di via Tortona dal 19 al 21 maggio. L’appuntamento è stato promosso da Consorzio Promozione Caffè e Ucimac con Host Milano – Fieramilano e in collaborazione con Sca – Specialty Coffee Association. Ecco le principali tendenze emerse durante l’affollatissima tre giorni.
L’espresso non è tutto
Il tradizionale modo italiano di degustazione del caffè lo conosciamo: una tazzina di caffè ristretto, bevuto in piedi in pochi secondi senza un’adeguata conoscenza delle caratteristiche qualitative della bevanda.
Le aziende italiane stanno lavorando per porre più enfasi sull’origine, qualità, profili organolettici e sostenibilitàdel caffè che beviamo ogni giorno e sulle miscele. Un lavoro che passa anche dalla formazione del barista, che deve conoscere bene la materia prima che lavora.
Coffee is the new wine
Il caffè sta vivendo la sua età dell’oro. Ed è prevedibile che, come è accaduto qualche decennio fa, si sviluppi nel coffee-lover la volontà di acquisire competenze e conoscenze, riconoscendo le diverse provenienze, le differenti silhouette aromatiche di Arabica e Robusta, i “cru” con caratteristiche uniche, familiarizzando con differenti metodi di estrazione, preparazione e degustazione. A quando il diffondersi di carte dei caffè con un’offerta ricca e composita?
Facciamolo espresso o slow
L’Italia è la patria dell’espresso e della moka, dove però Chemex, V60, Syphon, Aeropress sono ancora parole poco note. Eppure sono metodi di estrazione molto diffusi e apprezzati all’estero, in particolare in quei Paesi (come l’Australia, gli Usa ma anche la vicina Francia) che si stanno affermando come trend setter della cultura del caffè. Questi metodi utilizzano la percolazione o la macerazione che esaltando aromi diversi, donano nuove sensazioni. Richiedono più tempo e talora si caratterizzano per una vera e propria liturgia di preparazione.
A qualcuno piace freddo
Addio caffè della moka messo in bottiglia e poi nel frigo e versato in bicchieri alti con del ghiaccio La nuova frontiera della caffeina estiva è il “cold brew”, estrazione lenta a freddo che sfrutta le qualità solventi dell’acqua a bassa temperatura e ci offre una bevanda ricca ed elegante, perfetta non solo da sola ma anche come ingrediente di numerosi cocktail. Richiede una notte di infusione ma poi si conserva per alcuni giorni.
La bevanda dell’estate?
Sarà il Nitro Cold Brew: proveniente da Australia e Stati Uniti, diffuso in Europa da un paio d’anni, è già entrato nell’offerta di grandi catene come Starbucks. Ma è perfetto anche da erogare “alla spina” nel bar in riva al mare, o nelle lunghe estati in città che si prospettano sempre più calde…
di Simonetta Spissu