MILANO – Tutti ai blocchi di partenza lunedì 18 maggio, anche nel capoluogo di quella che è la Regione più colpita dal virus: a Milano i locali riprendono le attività aperte al pubblico. Non sono ancora ben chiare tutte le regole e questo non fa che confondere ulteriormente sia i gestori che gli stessi clienti, ancora spaventati dalla pandemia. Leggiamo il quadro della situazione da milano.corriere.it.
Milano: i locali milanesi si stanno preparando per la ripartenza
«Noi siamo prontissimi, anzi non vediamo l’ora, anche se stiamo ancora aspettando le linee guida» assicura Fabio Acampora. «Già lunedì riapriamo, dal mattino fino a sera tardi, Living, all’Arco della Pace; Refeel in zona Porta Romana, e Swiss Corner in Piazza Cavour: siamo fortunati perché abbiamo dehors spaziosi e con il permesso del Comune li amplieremo ulteriormente».
Il Living è un ritrovo frequentatissimo all’Arco della Pace, soprattutto all’ora dell’aperitivo:
«I milanesi hanno voglia di uscire, anche se con le nuove norme calcolo di perdere il 50% del lavoro». E martedì riapre anche il ristorante argentino El Porteño all’Arena, poi le settimane successive gli altri della famiglia. «Bisogna riprendere a lavorare e vedere come vanno le cose», conclude Acampora.
E lunedì 18 si può tornare a bere un caffè o una birra anche allo storico Bar Magenta di Milano
Che ad aprile ha festeggiato 113 anni. Racconta il titolare Paolo Marchesi: «Mi sono organizzato: ho speso 5 mila euro per acquistare dispositivi di sicurezza, termoscanner, divisori in plexiglass per i tavoli. Poi ho applicato per terra le strisce adesive per il distanziamento: si entra dall’ingresso principale ma si esce da un’altra parte». Con la distanza di due metri tra un tavolo e l’altro i posti a sedere si riducono da 200 a 60 all’interno e da 100 a 50 all’esterno.
Il bar è operativo dalle 8 alle 24
«Ma chi verrà? L’Università Cattolica è chiusa, gli uffici pure, turisti non ce ne sono e tra poco i milanesi della zona partiranno per le seconde case. Lavorerò un po’ per l’aperitivo, ma sono molto preoccupato».Già aperto per l’asporto dalle 8 del mattino alle 20 Pandenus di Piazza Gae Aulenti: «Ma entro il 25 maggio lo rendo operativo al 100% con servizio ai tavoli fino a sera tardi — racconta Filippo Lecardane —. Abbiamo già un grande dehors e conto di allargarlo: la bellezza di questa piazza, oltre all’architettura, è che non ci sono macchine».
Si dovrà aspettare giugno, invece, per mangiare la cotoletta del Jazz Café
Il locale che 25 anni fa ha lanciato la vita notturna al Sempione: «Non sono pronto. Sto facendo modifiche al locale: punterò più su ristorazione e bar — racconta il patron Beppe Grasso —. Lunedì aprirò alcuni Bomaki, i ristoranti nippo-brasiliani che stanno lavorando con asporto e consegne a domicilio».
E lunedì via libera anche ai negozi: in corso Buenos Aires si festeggia l’inaugurazione del nuovo store del brand Nove25
«Siamo specializzati in gioielli in argento da personalizzare, soprattutto anelli con scritte, iniziali, immagini» racconta Roberto Dibenedetto, che ha aperto la prima insegna 15 anni fa in via Ravizza. «Anche nel 2005 c’era crisi e siamo riusciti a crescere grazie a un nuovo concetto di gioielleria: spero di superare anche questo momento difficile. A giugno si potrebbe tornare quasi alla normalità».
Il marchio, che piace molto ai giovani, collabora con Inter e Juventus e vanta tra i suoi clienti artisti come Guè Pequeno, Fedez, Marracash e Pierfrancesco Favino che commenta: «L’apertura di questo store ha il sapore della speranza».