MILANO – Parliamoci chiaro: eravamo pronti al peggio. Quando si osservano i tavolini dei bar che si affacciano su piazza Duomo, sulla Galleria o su corso Vittorio Emanuele ronzano in testa gli echi di memorabili conti presentati a turisti (preferibilmente giapponesi) in zona Colosseo o Canal Grande. Ma adesso che — per visitatori d’ogni provenienza — Milano non ha più molto da invidiare alle capitali del turismo, una «prova su strada» consente di verificare che, tutto sommato, una certa sobrietà ambrosiana resiste anche nei prezzi delle consumazioni ai tavolini in posizione strategica.
Le regole d’ingaggio sono elementari: caffè e bottiglietta d’acqua sono il piccolo «paniere» per misurare l’oscillazione dei prezzi. Si comincia da «Il Mercato del Duomo», con tavolini con vista sul sagrato e sulla cattedrale. L’ordinazione è semplice ma l’attesa si rivela lunga.
È vero che non è questo il posto dove andare di fretta, ma 25 minuti per un espresso sono tanti, come certificano le scuse del cameriere che presenta lo scontrino: 6 euro, 3 per il caffè e 3 per la bottiglietta (in vetro) da 25 centilitri d’acqua.
Nel frattempo al tavolo accanto, anche se è ormai pomeriggio, vengono serviti un risotto gamberi e zucchine (14 euro), un’insalata (stesso prezzo) e due calici di bianco da 9 euro ciascuno.
Il prezzo sale in Galleria, allo storico «Biffi». Il servizio è inappuntabile, non mancano aneddoti sul «mutamento genetico» della clientela, il prezzo finale è di 8,50 euro: 4 per il caffè e 4,50 per l’acqua. Il cappuccino dei nostri vicini di tavolo costa 6 euro, una bottiglia di champagne può arrivare a 280, ma questo significa andarsela a cercare.
La tazzina di espresso e la bottiglietta (sempre in vetro) costano di nuovo 6 euro a un tavolino del bar «Madonnina». Ma con vista sulle «vasche» di corso Vittorio Emanuele.
Dal menu illustrato si evince che una pizza margherita, servita a qualsiasi ora, costa 10 euro.
Il prezzo massimo si raggiunge al Bar Duomo
Il conto sale a 7 euro al bar «Duomo». Sul lato opposto della piazza rispetto alla facciata illuminata dal sole. Lo scontrino? 3,50 l’acqua e 3,50 il caffè.
Ma per un’ordinazione così banale il cameriere, che non sta fermo un attimo, evoca una clausola verbale. «Visto che sei italiano, se arriva qualcuno che vuole mangiare mi liberi il tavolo?».
Giampiero Rossi