di Giovanna Faggionato*
L’emendamento del Pd alla legge di Stabilità che prevede la possibilità di pagare con bancomat e carta di credito anche le spese sotto i 5 euro, caffé compreso, ha provocato un coro di lamentele da parte dei commercianti.
La nuova misura, che ci mette alla pari con molti Paesi europei e che è un argine all’evasione fiscale, secondo molti esercenti è una stangata.
Esercenti che tacciono però sull’elemento più importante: entro pochi giorni, le commissioni che sono costretti a pagare sui pagamenti elettronici a istituti di credito e gestori saranno ridotte. E di molto.
L’ABI METTE LE MANI AVANTI. Tanto che l’Abi, Associazione bancaria italiana, ha in questi mesi più volte messo le mani avanti, sostenendo che a causa dei mancati introiti gli istituti di credito dovranno aumentare i costi.
E in questo gioco delle tre carte (di debito o di credito) rischia di rimetterci il consumatore. Ecco perché.
L’emendamento sui micropagamenti è a firma Pd.
1. La situazione attuale: le commissioni variano dall’1,2% al 2%
Le commissioni sulle transazioni effettuate con carte di debito (come i pago bancomat, per intenderci) e di credito sono oggi un banchetto per gli istituti e per i gestori del pagamento elettronico.
Attualmente, confermano a Lettera43.it sia da ambienti bancari che da Altroconsumo, per ogni euro che paghiamo a un commerciante, a un ristoratore o a un albergatore con una carta di credito, gestori e isituti di credito arrivano a incassare fino al 2%. Per i bancomat la quota si aggira invece tra l’1,2 e l’1,5%.
Gli esercenti quindi pagano lauti pedaggi alle autostrade elettroniche dei contanti.
UN REGALO ALLE BANCHE. Prendiamo il caso di un ristorante con un fatturato di 3 milioni di euro, con circa la metà delle spese pagate in transazione. Con le attuali norme, e considerando una media di commissione dell’1.25% il regalo a banche e gestori delle carte può arrivare a 18.750 euro l’anno. Il reddito netto di un dipendente in un anno.
Le proteste del mondo del commercio, quindi, non possono essere accantonate semplicemente come una scorciatoia per l’evasione fiscale.