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mercoledì 02 Aprile 2025
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Michele Nardella, da anni alla direzione ICCO, in Costa d’Avorio: “Nella stagione in corso, le fave di cacao a 8.500 € alla tonnellata in media, +45% della precedente”

Il direttore: "I prezzi elevati stimolano da un lato l’adozione di migliori pratiche agronomiche che hanno un impatto positivo sulle rese, e dall’altro l’espansione delle aree coltivate a cacao laddove è possibile. Comunque, non è possibile immaginare nell’immeditato un ritorno dei prezzi ai livelli registrati nel corso della stagione 2022/23."

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MILANO – Con il mercato del cacao in mezzo ad una tempesta di rincari che mettono in difficoltà tutti gli attori della filiera, una guida d’eccezione direttamente dalla Costa D’Avorio è Michele Nardella, da anni alla direzione dell’area di ricerca statistica e econometrica dell’Organizzazione Internazionale del Cacao (ICCO).

Nardella, dato che il mercato del cacao è particolarmente instabile proviamo a fare una fotografia del presente?

“Nel corso della stagione in corso (1 Ottobre 2024 – 30 Settembre 2025), le fave di cacao sono state scambiate sui mercati internazionali mediamente a € 8,500 alla tonnellata. Questo valore è il 45% in più della stagione precedente, quasi il 220% in più registrato nella stagione 2022/23.

A dire il vero, il rapidissimo incremento dei prezzi è cominciato a fine marzo 2024. I volumi di produzione in Costa d’Avorio e Ghana, che rispettivamente rappresentano il 38% e il 12% dell’offerta mondiale, risultavano essere più o meno il 20% al di sotto delle aspettative di mercato. È importate notare come questo gap produttivo, avveniva in contesto di due stagioni consecutive caratterizzate da disavanzi.

Questi deficit di mercato sono stati causati sia dalle avverse condizioni metereologiche principalmente nell’Africa Occidentale, come pure alla diffusione di una fitopatologia virale – Cocoa Swollen Shoot Virus Disease (CSSVD). Essa porta alla morte degli alberi di cacao in 4 /5 anni e ad un dimezzamento delle rese nel primo anno.

Comunque, mentre nel caso della Costa d’Avorio, le informazioni sullo stato di diffusione di questa fitopatologia sono contrastati a tal punto che a tutt’oggi non è possibile dare una stima certa, il Cocoa Research Institute of Ghana (CRIG) ha affermato che nel corso degli ultimi anni circa 500k ettari di cacao – aventi una capacità produttiva di circa 250k t – sono stati infettati nella principale regione produttiva del Ghana.

Inoltre, il Ghana è afflitto da un’ulteriore problematica: la diffusione di piccole miniere illegali in aree dedicate alla coltivazione degli alberi di cacao (galamsey).

L’impennata dei prezzi del cacao ha avuto anche un effetto perverso sullo stesso mercato dei futures sul cacao. Molte posizioni short sono state chiuse in seguito all’aumento dei richiami di margine e dei rischi finanziari associati con essi. Inoltre, il disequilibrio e la tensione tra le posizioni short e long come pure la riduzione del numero totale delle posizioni hanno ulteriormente amplificato la volatilità sui mercati futures.”

Nardella: “Le nostre previsioni pubblicate nel nostro ultimo Bollettino trimestrali di statistiche sul cacao prevedono un’eccedenza di mercato alla fine della stagione corrente.”

“Da un lato, i raccolti in Costa d’Avorio e Ghana sono migliori rispetto a quelli alla stagione precedente. Un’incognita resta però l’andamento della raccolta nel corso della campagna piccola (Aprile – Settembre 2025). Una siccità prolungata avrà un impatto sicuramente negativo sulla produzione. Dall’altro, la domanda di prodotti semi-finiti di cacao è diminuita.

In primis, parte dell’aumento dei prezzi del cacao, è trasferito ai consumatori finali con una conseguente riduzione dei consumi. In secondo luogo, per contenere l’aumento dei costi di produzione, l’industria ha diminuito la dimensione delle porzioni (shrinkflation), cambiato la ricetta dei prodotti, e sostituito il burro di cacao con altri grassi di origine vegetale fino ad un massimo del 5% (direttiva 2000/36/CE).

Si noti però che non c’è nessun limite sulla sostituzione di burro di cacao in quei prodotti non etichettati come “cioccolato […]”.

Quindi, al termine della 2024/25 stagione, prevediamo che i volumi di fave cacao trasformati in prodotti semilavorati saranno all’incirca uguali a quelli registrati nella stagione 2019/20 che, come tutti ricorderanno, è stata caratterizzata dalla pandemia di COVID-19.

Detto questo i prezzi rimarranno elevati. Stimiamo che i volumi delle scorte mondiali siano pari al 38% della domanda annuale. Un volume decisivamente basso.”

Quali previsioni si possono fare per il futuro?

“I prezzi elevati stimolano da un lato l’adozione di migliori pratiche agronomiche che hanno un impatto positivo sulle rese, e dall’altro l’espansione delle aree coltivate a cacao laddove è possibile. Comunque, non è possibile immaginare nell’immeditato un ritorno dei prezzi ai livelli registrati nel corso della stagione 2022/23.

Un albero di cacao diventa produttivo dopo aver raggiunto i 3 / 4 anni di età. Quindi, ci vorranno degli anni per osservare un’inversione di tendenza. Questa previsione viene fatta assumendo che (1) le stime fatte dal CRIG sullo stato del CSSVD in Ghana siano accurate; (2) lo stato del CSSVD in Costa d’Avorio non desti preoccupazione; e (3) l’implementazione del regolamento dell’UE sulla deforestazione (EUDR) non limiti l’espansione delle aree produttive.”

Chi beneficia di questa situazione? I contadini hanno margini maggiori? Oppure no?

“Si, gli agricoltori stanno beneficiando da questa situazione di mercato. I prezzi a bordo campo sono raddoppiati rispetto alla stagione 2022/2023. Però gli aumenti percentuali dei prezzi non sono stati omogenei tra i vari paesi produttori. I prezzi nella Costa d’Avorio e nel Ghana sono regolamentati e stabiliti in base ai prezzi medi registrati nella stagione precedente.

Quindi, l’aumento dei prezzi a bordo campo in questi due paesi è più contenuto rispetto ad altri. Si tenga presente però che questa politica era stata introdotta per fissare i prezzi a bordo campo in un contesto di prezzi al ribasso. I vostri lettori troveranno maggiori informazioni sulla politica dei prezzi in Costa d’Avorio e Ghana sul nostro sito (https://www.icco.org/wp-content/uploads/Cocoa-Market-Report-September- 2024.pdf).”

Quindi in definita che cosa si può fare per approfittare la crisi? Comune supporta ICCO ad attraversarla?

“Durante le conference biennali con i paesi membri dell’ICCO, il segretariato ha da tempo posto l’attenzione sull’importanza di acquisire dati sulle piantagioni di cacao: estensione delle superfici coltivati, età degli alberi per ettaro e rese per classe di età: if you can’t measure, you can’t manage it. Queste informazioni però non sono spesso disponibili, e quando lo sono non sono accurate. Ci aspettiamo che l’ottemperamento dei paesi produttori di cacao alla EUDR migliori la situazione.

Inoltre, bisogna approfondire la ricerca sulle varietà di cacao più resistenti alle malattie, al cambiamento climatico. Stiamo per commissionare uno studio scientifico sul CSSVD, e valutando se sia opportuno partecipare a dei progetti di mappatura delle aree colpite dal CSSVD. Per questo ultimo però abbiamo bisogno dell’approvazione da parte del Consiglio dell’ICCO (tutti i rappresentati dei nostri 52 paesi membri).”

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