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venerdì 22 Novembre 2024
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Michele Monzini, Presidente del Consorzio promozione caffè a tutti i torrefattori italiani: “Il Convegno del 30, opportunità di dialogare costruttivamente e per continuare a crescere insieme”

Il presidente del Consorzio: “Ci dovremo impegnare tutti: la filiera è lunga ed è necessario avere insieme una coscienza ambientale, sociale, per permettere a tutta la supply chain di avere un futuro solido e florido. È chiaro che ci sono degli anelli più forti, e sono loro i primi a dover rimboccarsi le maniche su questi temi. Non possiamo chiedere a un contadino di lavorarci quando c’è un torrefattore che magari brucia gas in eccesso senza considerare che può creare un danno all’ambiente.”

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MILANO – In vista dell’assemblea del Comitato Italiano del Caffè di giovedì 29 giugno a Belforte del Chienti e della Convegno “Il mercato del caffè, che cosa succede e come può cambiare” in programma il giorno dopo, venerdì 30, al Campus Simonelli Group sempre nelle Marche, abbiamo intervistato a Michele Monzini, presidente del Consorzio promozione caffè e direttore generale della Torrefazione milanese Caffè Mokito.

Ecco il recapito email campus@simonelligroup.it per chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni sul convegno del 30 giugno.

Monzini, cominciamo dal Consorzio promozione caffè: che cosa fate?

“Il Consorzio promozione caffè, così come dice il suo nome, è un’Associazione di aziende afferenti alla filiera del caffè, in primis torrefattori. Durante gli anni abbiamo allargato la base associativa coinvolgendo anche realtà indirettamente legate a questa industria, sempre con l’obiettivo di trasmettere i valori e le proprietà positive del consumo del caffè, basandoci sempre su ricerche scientifiche. Promuoviamo la cultura di questa bevanda principalmente in espresso e poi in senso più ampio.”

Consorzio che fa parte anche di un network mondiale…

caffè verde sul ramo
Caffè verde prima della raccolta

“Certo. Ci appoggiamo agli studi che giungono dalla comunità scientifica internazionale, in particolare facciamo riferimento all’Isic, l’Istituto per l’informazione scientifica sul caffè. Su questa base inconfutabile e sulle attività di quest’organizzazione che è no profit, è stato fondato ormai più di 30 anni fa il Consorzio, che poi ha preso strade differenti aprendosi di più alla platea dei consumatori.

Però è un’attività poco conosciuta, la vostra, al di fuori degli addetti ai lavori.

torrefazione del caffè
Torrefazione del caffè

“Fino a 8-10 anni fa abbiamo lavorato con la comunità scientifica senza comparire mai con il nostro marchio. Per questo soltanto le aziende aderenti e le persone interne allo stesso gruppo erano a conoscenza della nostra esistenza. Tuttavia, negli ultimi anni, abbiamo deciso di aprirci al consumatore, mai però direttamente come Consorzio ma attraverso la pagina Facebook Caffè e Benessere e anche tramite il nuovo canale Instagram dedicato, per trasmettere tutti i contenuti positivi a favore del consumo di questa bevanda. Tutte le notizie sono sempre basate su analisi e studi scientifici, confermabili con riferimenti precisi ad analisi e ricerche, ma raccontati non più dalla comunità scientifica ma in modo più divulgativo, per farci capire da tutti.”

Perché il Consorzio dovrebbe interessare sia gli oltre 1.700 torrefattori sia le decine di produttori d’attrezzature del caffè?

caffè generica chicchi pressino
Chicchi e pressino

“Riuscire a far crescere la cultura del caffè, comunicando quanto effettivamente questo possa avere un impatto positivo sia sulla salute fisica sia quella mentale per il piacere di fare una pausa, significherebbe vendere una tazzina in più e di conseguenza costruire una tostatrice e una macchina per espresso in più. Se il Consorzio porta dei vantaggi a tutta la filiera, sarà nell’interesse di tutti aderirvi e anche contribuire con il proprio know-how e idee originali per fare insieme la differenza.”

Parliamo del convegno “Il mercato del caffè, che cosa succede e come può cambiare” che si terrà il prossimo 30 giugno nel Campus Simonelli Group a Belforte del Chienti (Macerata): che cosa vi ha spinto a organizzare questo incontro di alto livello che segna il ritorno dei vostri incontri in presenza dopo gli anni bui del Covid che hanno rallentato anche l’attività del Consorzio?

“La volontà e lo stimolo nascono da una serie di idee venute confrontandoci con Simonelli Group socia del Consorzio. È tanto tempo che volevamo fare qualcosa insieme e così è stato pensato questo convegno, che sarà organizzato di venerdì, il 30. Il giorno prima, il 29, si svolgerà un’assemblea generale del Comitato Italiano del Caffè per unire due attività. Da una parte mostrare la nuova sede del Campus di Simonelli Group e dall’altra fare cultura attorno alla bevanda in un unico incontro di due giorni e presentare per bene agli addetti ai lavori tutte le attività che il Consorzio realizza a favore della filiera.”

Ecco il recapito email campus@simonelligroup.it per chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni sul convegno del 30 giugno. 

L’Italia è il settimo Paese al mondo per consumi ma primo per esportazione di torrefatto con 5,8 milioni di sacchi pari a 346 mila tonnellate e un bilancio positivo di 1,5 miliardi di euro. Come ama dire Mario Cerutti, presidente del Comitato italiano del caffè: la fattura del verde importato è pagata interamente da questa fetta di caffè torrefatto esportato. Un caso raro e virtuoso d’import-export a favore dell’Italia

“L’espresso trasformato in Italia non è apprezzato solo all’interno dei confini nazionali, ma anche in Europa e ancor di più nei Paesi extra Ue. L’espresso è ritenuto uno dei baluardi del made in Italy, amato in tutto il mondo. Questi dati ci confermano che facciamo bene e che possiamo ancora migliorare. Il primato è in zona extra Ue ma in Europa siamo ancora superati dai torrefattori tedeschi. Dobbiamo continuare a fare bene e del nostro meglio per mantenere questa posizione o crescere ulteriormente.

L’espresso in Italia fa parte della nostra vita quotidiana e lo vedremo durante il convegno con gli aggiornamenti dei dati forniti dagli analisti di AstraRicerche, un Istituto italiano indipendente cui ci siamo rivolti per la raccolta e lo studio dei dati che si riferiscono alla filiera del caffè. Dai primi insight posso anticipare che sono emersi delle informazioni interessanti. L’ultima ricerca che abbiamo svolto si riferiva alla fine della prima ondata Covid- inizio della seconda, quindi un periodo in cui eravamo ancora scottati dalle chiusure.

Per questo tutta la parte sentimentale legata al poter bere il caffè al bar era molto forte. Ora questa componente emotiva si è ridotta a favore di qualcos’altro che sarà molto importante considerare già da ora visto che fortunatamente stiamo allontanando anche dai nostri ricordi la pandemia vissuta.”

Bere il caffè fa bene è ben documentato dall’Isic: noi però siamo settimi al mondo per consumo pro capite con 5,5 chili. Potrebbe aumentare questo dato?

“Potrebbe sicuramente. Consideriamo però che quel consumo trasformato in chili dipende molto dal tipo di estrazione che è diffusa nel nostro Paese: per un espresso si utilizzano circa 7 grammi mentre per una estrazione filtro se ne usa almeno il doppio. Per questo, se passassimo completamente al secondo metodo, o se auspicabilmente in un futuro fosse seguito questo nuovo trend sempre in parallelo con l’espresso, questo comporterà in automatico un aumento in termini di chili consumati all’anno. I paesi del Nord Europa
in effetti, proprio per questa abitudine legata ad estrazioni più lunghe, registrano numeri nettamente più alti dei nostri.”

Su cosa bisogna ora puntare per continuare a crescere e restare competitivi sul mercato interno e internazionale? Innovazioni tecniche, diversa comunicazione, trasparenza, una filiera più equosolidale, qualità sia della materia prima che del prodotto servito?

“Sul lungo termine è necessario puntare sulla qualità. È chiaro che differenti mercati rispondono a diverse esigenze e così ogni azienda ha una sua caratteristica particolare e un target specifico. Ci sono imprese focalizzate sulla qualità e altre che si occupano più di volumi e prodotti da primo prezzo. Il mercato è variegato ed è anche giusto così. Come lo è per tutti i prodotti alimentari. E non soltanto. A lungo termine però la qualità premia sempre. Il trend del momento è l’attenzione all’ESG (Acronimo ESG dall’inglese Environmental (ambiente), Social (impatto sociale) e Governance (gestione aziendale trasparente e sostenibile nel tempo). che diventerà ancora più importante nel futuro.

Anche l’innovazione è essenziale. Quella che ha caratterizzato nell’ultimo periodo il nostro mercato è l’arrivo del mono porzionato in Italia e non soltanto. Oggi si va verso una direzione precisa e avere un packaging totalmente riciclabile o compostabile su un modello di economia circolare non solo per quanto riguarda la polvere di caffè ma anche tutto ciò che coinvolge la filiera. Se parliamo di prodotto per casa porzionato, cioè quello che oggi nella mente delle persone è considerato più invasivo per l’ambiente e quindi la capsula di plastica, il futuro è nel trovare una soluzione: o nel riciclo effettivo o nei materiali compostabili.”

Chi dovrà agire maggiormente per la realizzazione di queste prospettive future? Le aziende produttrici e torrefattrici, i baristi, i coltivatori?

“Ci dovremo impegnare tutti: la filiera è lunga ed è necessario avere insieme una coscienza ambientale, sociale, per permettere a tutta la supply chain di avere un futuro solido e florido. È chiaro che ci sono degli anelli più forti, e sono loro i primi a dover rimboccarsi le maniche su questi temi. Non possiamo chiedere a un contadino di lavorarci quando c’è un torrefattore che magari brucia gas in eccesso senza considerare che può creare un danno all’ambiente.”

I consumatori hanno modificato le loro abitudini e modalità di acquisto: come rispondere a queste novità?

“Lo vedremo nel convegno e dall’aggiornamento della ricerca Astra. Negli ultimi anni il consumo si è spostato a causa della pandemia, dal fuori casa all’utilizzo domestico. Quasi l’80% del consumo avviene all’interno delle mura casalinghe. L’out of home, e in particolare il canale horeca e quello Ocs/vending, è quello che sta soffrendo ancora di più a causa dello smart working. E’ un cambio di abitudini storico da cui non torneremo più indietro. Le persone sono state allontanate dagli uffici e se vogliono bere un buon caffè e si trovano già a casa, difficilmente usciranno a berlo in una macchinetta automatica e neppure nel proprio
bar di riferimento.

Di certo una parte del consumo rimarrà casalingo, un canale che però si è nel tempo
molto trasformato. Nel mercato italiano si assiste ad una crescente ondata di porzionati a discapito della tradizionale moka, che dopo il Covid, salvo a qualche fiammata legata all’inflazione e all’attenzione ai costi, sta subendo un lento ma inesorabile declino.”

La sostenibilità: cosa dicono i dati rispetto alle imprese che si stanno impegnando su questo fronte?

“Un’azienda che trasmette valori legati alla sostenibilità è apprezzata maggiormente dai consumatori rispetto a quelle che non lo fanno. Sono dati che però non abbiamo a disposizione e che riguardano le singole imprese. Possiamo soltanto affermare che in ottica di sostenibilità a lungo termine è sicuramente l’area verso cui impegnarsi ed investire realmente, non facendo un semplice green washing.

Un pensiero conclusivo proiettato sul convegno di venerdì 30 giugno al Campus Simonelli Group.

“Il convegno è aperto a tutti. E a tutti gli addetti ai lavori direi di partecipare, perché si affronteranno argomenti interessanti e sarà un buon momento per fare networking e conoscere diversi attori della filiera. Colleghi che altrimenti non si avrebbe modo di conoscere in maniera approfondita. Ci incontreremo un giorno prima per poterci confrontare in un clima informale. Speriamo che sia il primo di altri eventi. Ci sarà l’opportunità di dialogare costruttivamente per crescere tutti insieme. E se riusciremo a far evolvere positivamente il mercato ne guadagneremo tutti.”

Ecco il recapito email campus@simonelligroup.it per chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni convegno del 30 giugno.

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