lunedì 27 Gennaio 2025

Michele Curto, presidente BioCubaCafè: “Lo scopo è migliorare la catena del chicco e proporre un caffè forestale internazionale”

Curto: “Questo è il progetto più rilevante del Paese. BioCubaCafè è un’impresa mista cubana, a capitale partecipato, una probabilmente tra le più importanti e tra le più giovani, che ha organizzato la Fiera del caffè. Ci sono tanti italiani che hanno aperto dei ristoranti, imprenditori piccoli che hanno avviato il proprio bar: in questo contesto BioCubaCafè nasce anche per esportare il caffè verde nel mondo e per organizzare il consumo locale. Stiamo per esempio realizzando l’impianto di torrefazione più tecnologicamente avanzato del paese grazie ad una partnership composta da grandi nomi italiani, come IMF, WEGA, Goglio che ci stanno accompagnando insieme alla Fondazione Lavazza per guidare il mercato interno. Ai cubani piace il caffè, è un Paese consumatore”

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RIMINI – Nello stand di BioCubaCafè a SIGEP, si è parlato di progetti strategici per la produzione caffeicola cubana: un’operazione che è diventata sempre più un punto cruciale per lo sviluppo economico del settore locale e che vede coinvolti diversi attori, tra i quali anche la Fondazione Lavazza. Per saperne di più abbiamo intervistato Michele Curto, presidente BioCubaCafè.

Michele Curto, cominciamo dall’origine: che cos’è BioCubaCafè

“BioCubaCafè nasce come una visione condivisa da tre attori: il primo è la Fondazione Lavazza che ormai da anni ha individuato in Cuba una potenziale storia di caffè, un diamante grezzo che siamo andati via via pulendo. Il secondo è rappresentato dalla nostra esperienza come agenzia no-profit che fa incontrare sartorialmente buone idee con buone pratiche e infine il Gruppo agroforestale cubano.

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Cuba ha una visione olistica della foresta e il produttore cubano sia di caffè, di cacao, di miele, è allo stesso tempo protettore della foresta.

BiocubaCafè nasce per mettere insieme queste parti per efficientare la catena di caffè, armonizzarla, ridarle dignità, riorganizzarla, proporre un caffè forestale sul mercato internazionale.”

Ma cos’è il caffè forestale di Cuba? È un’espressione strana.

“A Cuba invece non si sente un’espressione diversa. È uno dei Paesi che ha riforestato di più al mondo: è passato dal 12,5% nel 1959 al 42% nel 2022. Nell’arco di 60 anni, costantemente la copertura forestale ha conquistato spazio tanto da occupare tutte le aree libere del Paese, grazie ad una politica che è stata accelerata dopo la conferenza di Rio De Janeiro, sul clima del 1992.

Qui si sono aggiunte ultimamente e si trovavano ancor prima, diverse produzioni di caffè inserite all’interno di un sistema naturale, ad ombra, a livelli: ci sono piante basse, medie, alte, le autoctone. Il tipo di riforestazione cubana è interessante rispetto a quelle all’europea che solitamente vengono fatte con 4 specie di alberi, mentre i farmer cubani hanno usato una matrice di 173 specie arboree.

Questo a dimostrazione di un’attenzione molto forte, connaturata nella loro relazione con questi boschi, con la biodiversità. Il caffè e il cacao vivono in simbiosi con la natura e le comunità. “

Curto, com’è la presenza italiana a Cuba sul caffè e cacao?

“Questo è il progetto più rilevante del Paese. BioCubaCafè è un’impresa mista cubana, a capitale partecipato, una probabilmente tra le più importanti e tra le più giovani, che ha organizzato la Fiera del caffè. Ci sono tanti italiani che hanno aperto dei ristoranti, imprenditori piccoli che hanno avviato il proprio bar: in questo contesto BioCubaCafè nasce anche per esportare il caffè verde nel mondo e per organizzare il consumo locale.

Stiamo per esempio realizzando l’impianto di torrefazione più tecnologicamente avanzato del paese grazie ad una partnership composta da grandi nomi italiani, come IMF, WEGA, Goglio che ci stanno accompagnando insieme alla Fondazione Lavazza per guidare il mercato interno. Ai cubani piace il caffè, è un Paese consumatore.”

Anche l’Italia lo è. Il caffè di Cuba com’è, che interesse ci può essere dall’Italia per questo caffè?

Curto: “E’ come la sua gente, caratterizzato da note dolci, molto amabile. Tanto che l’iTierra! Cuba realizzato da Lavazza è un prodotto che sta su 40 mercati e che piace dal Nord al Centro Europa e a Singapore, così come in Italia e in Francia è apprezzato moltissimo. Questo grazie alla componente mista che ci permette di raccontare meglio il caffè cubano: un Turchino, un’Arabica molto pulita.

Arriva molto bene dalla produzione: in 8 ore passiamo dal campo alla depolpatura. Uno standard certificato attraverso il nostro sistema di filiera, primo blockchain di Lavazza e di Cuba. Poi passa attraverso un sistema di pulitura con dei lettori ottici e infine avviene il tocco finale, passando nelle mani di 82 donne che si occupano dell’ultima selezione.

A questa si accompagna una buona Robusta con aroma di cioccolato, frutta secca, un ottimo corpo. Infine un 10% di Robusta che noi fermentiamo con dei lieviti e che svolge un ruolo di legame tra i due prodotti per un risultato eccezionale, moderno, che piace.

Sulle tecniche di post processo come BioCubaCafè stiamo lavorando molto. Adesso abbiamo realizzato alla straordinaria storia del rum cubano, il primo leggero del mondo nato a Santiago de Cuba in quella che è la più antica ronera del mondo e i barili più antichi. Abbiamo realizzato un invecchiato al rum con una tecnica tutta nostra.

Il caffè viene fatto riposare per oltre 100 giorni in questi contenitori con una tecnica di rotazione segreta, che crea una bevanda straordinaria. Ancora non sappiamo se sarà messo in vendita, ma a SIGEP l’abbiamo portato per farlo assaggiare a chi ha partecipato con noi alla Fiera.”

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