MILANO – Con un milione di sacchi esportati nei primi 5 mesi del 2020/21 (oltre il 20% in più rispetto a un anno fa), il Messico se la passa nettamente meglio rispetto ai suoi vicini centro americani, che accusano quest’anno pesanti cali negli imbarchi. E che hanno pagato a più caro prezzo il passaggio degli uragani Eta e Iota, con i relativi danni arrecati alle infrastrutture. Ma lo stato del comparto caffeario messicano è tutt’altro che idilliaco. E anche qui i problemi strutturali sono stati acuiti dall’emergenza sanitaria.
Il Messico è il 10° produttore mondiale di caffè: il raccolto è ammontato, l’anno scorso, a circa 4 milioni di sacchi. I volumi esportati verso l’Italia sono molto contenuti.
Il presidente Andrés Manuel López Obrador aveva promesso, in campagna elettorale, la creazione di un nuovo organismo di regolamentazione interna del mercato, generosi sussidi. E, soprattutto, l’istituzione di un prezzo minimo garantito per i produttori.
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