MILANO – Cresce in tutto il mondo la preoccupazione per il futuro di molte piantagioni di caffè, devastate dalla Hemeila Vastatrix, un fungo che sta distruggendo le colture. Una preoccupazione che molti sottovalutano perché in molte zone del Centro America potrebbe essere in serio pericolo la produzione di caffè di qualità. Con inevitabili ripercussioni anche sui prezzi e i consumatori finali.
Per questo se ne è parlato anche al recente simposio della Scaa, Specialty Coffee oganization of America, dove sono risuonati toni molto preoccupati sulla riduzione della produzione.
I cafeteros chiamano la Hemileia vastatrix “ruggine arancione” o la “ruggine del caffè” e la sua diffusione sta preoccupando i coltivatori e non soltanto loro per la velocità con la quale si sta allargando a macchia d’olio nelle piantagioni dell’America Centrale. Dopo Colombia e Brasile, infatti, il Messico è il terzo produttore mondiale di caffè.
Le macchie giallognole hanno iniziato a comparire nell’agosto 2012, un focolaio trasportato dal vento che ha colto di sorpresa i coltivatori costringendolo a eliminare la metà delle piante. L’altitudine contribuisce a limitare i danni, ma l’aumento della temperatura e le alterazioni nelle stagioni delle piogge hanno favorito la diffusione di questo fungo che prolifera con il caldo e l’umidità.
Nel 2012 la malattia ha causato un danno del 30% e, a un mese dalla stagione del raccolto, i coltivatori di caffè messicani temono che l’incidenza possa essere ancora maggiore quest’anno.
Si calcola che in tutto il Paese siano stati colpiti 60mila ettari di coltivato: dal Chiapas agli stati di Veracruz e Puebla. Nel vicino Guatemala, da dove la “peste” del caffè sembra giungere in Messico, le perdite sono state nell’ordine di 270 milioni di dollari. In Costa Rica, Panama, Nicaragua, Repubblica Dominicana, El Salvador, Honduras, Giamaica e Perù si è perso sino al 40% del raccolto.
Amecafe stima che in Messico si sia perso il 10%, ma a preoccupare maggiormente è l’impatto dell’Hemileia vastatrix sul raccolto 2012-2013.
La “ruggine del caffè” ha un impatto devastante anche a livello sociale, privando i piccoli agricoltori dell’80% del loro reddito e costringendo i grandi produttori ad assumere meno lavoratori per la stagione dei raccolti. Perdite che hanno un impatto di non poco conto sull’economia nazionale.