lunedì 23 Dicembre 2024
  • CIMBALI M2

Messico – Allarme roya per la ruggine del caffè che colpisce l’Arabica

Da gennaio è stato varato un programma di emergenza, ma secondo i coltivatori del Chiapas le stime governative sottovalutano la gravità della situazione.

Da leggere

  • Dalla Corte
  • Brambati
  • TME Cialdy Evo
  • Water and more
Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè

MILANO – L’impatto della ruggine del caffè comincia a farsi sentire anche in Messico. Il Gain Report annuale di Usda ha ridimensionato le previsioni per l’anno in corso. La produzione è ora stimata in 4,3 milioni di sacchi (di cui 4,1 di arabica). Ossia 400mila sacchi in meno rispetto ai 4,7 milioni di cui alla stima ufficiale contenuta nella circolare semestrale dello scorso inverno.

Messico: cosa lo aspetta nel prossimo futuro

Per il 2013/14 è atteso un raccolto da 3,8 milioni di sacchi (-11,6%), ma i produttori temono che il calo possa essere di gran lunga maggiore. Almeno se non verranno adottate adeguate contromisure nel far fronte alla malattia.

L’epidemia di roya

La cui propagazione è iniziata a partire dallo stato meridionale di Chiapas, è stata tenuta inizialmente sotto controllo. Grazie all’adozione di varie misure preventive, quali il controllo della vegetazione di copertura, la potatura degli arbusti; il controllo delle infestanti e l’utilizzo di fungicidi rameici.

A partire dall’inizio dell’autunno scorso si è assistito però una recrudescenza del fenomeno

Favorita da una serie di fattori. Quali le condizioni anomale di umidità e temperatura registrate. In particolare, nella regione di Soconusco (Chiapas), la forte ventosità, ha favorito la diffusione delle spore e la carenza di manodopera.

A fronte di questa emergenza, il Segretariato all’agricoltura (Sagarpa) ha incaricato tempestivamente il Servizio nazionale per la sicurezza sanitaria e alimentare (Senasica). Assieme all’Associazione messicana della catena produttiva del caffè (Amecafé) di predisporre delle strategie volte a prevenire il diffondersi epidemico.

Già nell’ottobre 2012 è stato attivato un primo programma di emergenza nel Chiapas

A fine gennaio, il Sagarpa ha varato nella città di Tuxtla (Chiapas), un programma inter-istituzionale di emergenza.

In base al quale Senasica, Amecafé e Sistema Producto Café (il braccio operativo di Amecafé, ndr.) potenzieranno la loro collaborazione nel campo della ricerca.

Ma anche della formazione, dell’assistenza tecnica e della divulgazione delle informazioni in tutti gli ambiti della supply chain, a livello federale, statale e locale.

Detto programma ha trovato applicazione negli stati di Chiapas, Oaxaca, Puebla, and Veracruz.

Gli aggiornamenti diffusi dal Senasica a marzo e aprile

Confermano una presenza dell’Hemileia vastatrix prevalentemente al di sopra dei 600 metri di altitudine e solo più raramente ad altitudini inferiori.

È bene ricordare che nel Chiapas, il principale stato produttore di caffè del Messico, le piantagioni si concentrano in una fascia altimetrica compresa tra i 650 e i 1.200 metri slm.

Più vasta la gamma altimetrica nel Veracruz

Il secondo stato produttore, dove la coltura è diffusa anche ad altitudini inferiori (tra i 150 e i 1.200 metri slm.).

I produttori del Chiapas hanno fatto appello sia ai poteri locali che al governo nazionale affinché vari lo stato di allerta fitosanitario.

Consentendo così l’accesso agli stanziamenti federali, a quelli della Banca per lo sviluppo e a eventuali fondi internazionali.

Secondo i coltivatori, la roya avrebbe colpito circa la metà dell’ettaraggio complessivo dello stato

Quindi non soltanto 45mila ettari come afferma il Senasica. Per affrontare efficacemente la piaga servirebbero almeno 135 milioni di pesos (circa 8 milioni di euro).

Secondo i dati del Sagarpa

L’area coltivata a caffè nel 2012/13 risulta pari, in tutto il Messico, a 737.112 ettari. Quindi in calo del 4% rispetto al 2011/12.

Il caffè è prodotto in una quindicina di stati. Ma la parte più consistente delle piantagioni si trova negli stati di Chiapas. (258.835 ha, che fornisce circa il 40% della produzione). Poi a Veracruz (147.384 ha), Oaxaca (142.766 ha) e Puebla (72.175 ha).

Circa il 96% del raccolto messicano è mediamente costituito caffè arabica

Quindi varietà Bourbon, Caturra, Catimor, Catuai, Maragogipe, Mundo Novo, Garnica e Typica. Il Sagarpa sta promuovendo la produzione di robusta per coprire le esigenze dell’industria nazionale e limitare il ricorso alle importazioni. A tale scopo sono stati impiantati 20mila ettari di nuove piantagioni di robusta, con il sostegno del ministero.

La domanda di questa varietà è forte soprattutto da parte dei produttori di caffè solubile

In particolar modo Nestlé, che sta investendo una somma ingente (oltre 93 milioni di euro) nell’ampliamento dello stabilimento Nescafé di Toluca.

I lavori sono stati avviati il mese scorso

Il rinnovato complesso si estenderà su una superficie totale di 14 ettari. Avrà una capacità produttiva superiore del 30% e sarà, secondo quanto dichiara la multinazionale svizzera, “la più grande fabbrica di caffè solubile del mondo”.

A regime lo stabilimento raggiungerà un fatturato annuo di 410 milioni di euro e darà lavoro

Tra dipendenti e indotto, a quasi 7mila persone.
Il comparto messicano del caffè presenta una serie di problemi strutturali, che sono stati acuiti dalla volatilità recente dei prezzi; dalla crescente instabilità climatica e dai problemi già descritti causati dalla ruggine del caffè.

In molte aree, la produttività rimane bassa a causa dell’elevata età media degli arbusti, della bassa densità di impianto, dalla fertilizzazione insufficiente e della scarsità della manodopera.

Alla quale si sta cercando di ovviare attraverso un accordo sul lavoro stagionale con il Guatemala. Secondo stime, la manodopera incide per quasi l’80% sul totale dei costi di produzione.

Il governo messicano ha avviato da alcuni anni un programma di rilancio

Esteso a tutti gli attori della filiera produttiva, con il quale punta a migliorare l’accesso alle tecnologie, la formazione dei produttori e l’efficacia dei canali di commercializzazione.
Politiche specifiche sono volte altresì a diffondere le certificazioni, le pratiche sostenibile e le produzioni ad alto valore aggiunto. Circa il 35% dell’area di produzione messicana è costituita da colture di alta qualità praticate ad altitudini superiori ai 900 metri slm. Un ulteriore 43% delle piantagioni sorge nella fascia altimetrica compresa tra 600 e i 900 metri slm.

L’export 2012/13 è stimato dal report in 3,6 milioni di sacchi, in crescita rispetto ai 3,3 milioni del 2011/12. Per il 2013/14 si prevede un calo a 3,1 milioni di sacchi, in conseguenza della minore produzione, ma anche del calo dei prezzi internazionali e del riapprezzarsi del peso.
È attesa invece una crescita ulteriore dell’import, che dovrebbe passare da 1,3 milioni quest’anno a 1,5 milioni nel 2013/14.
In passato, le politiche caffearie avevano privilegiato le esportazioni, in funzione degli introiti valutari. Le politiche attuali mirano, al contrario, a promuovere i consumi interni, che nei piani governativi dovranno assorbire entro un decennio il 70% della produzione nazionale.
I consumi del Messico sono stimati in 2,1 milioni di sacchi per 2012/13, pari a un dato pro capite di circa 1,4 kg all’anno.

I consumi di torrefatto superano ormai quelli di solubile anche nel canale alimentare, sebbene quest’ultimo prodotto conservi una share significativa. L’industria ha condotto in questi ultimi anni varie campagne informative e di marketing volte a esaltare i benefici delle bevanda caffè e sfatare i miti negativi.

La forte crescita del comparto delle caffetterie a marchio sta vivacizzando tutto il settore attirando gli investimenti dei grandi gruppi stranieri, ma valorizzando, nel contempo, anche le produzioni e i brand nazionali.

CIMBALI M2

Ultime Notizie

Carte Dozio