MILANO – Con l’emergenza Covid alle spalle, il 2022 sarebbe dovuto essere l’anno della definitiva ripresa per il settore europeo delle caffetterie. Finita la pandemia sono arrivati però al pettine altri nodi – di natura macro economica, logistica e politico-strategica – che la guerra in Ucraina ha violentemente esacerbato. Risultato: una ripartenza solo parziale.
E un sentiment degli operatori positivo soltanto a metà. Il nuovo report Project Café Europe 2023, di World Coffee Portal, fa il punto sul mercato europeo delle caffetterie a marchio.
Un settore di nicchia: il rapporto censisce infatti poco meno di 43 mila locali appartenenti a questa tipologia (a titolo di raffronto, i bar in Italia sono circa 150 mila). Ma che costituisce, nel contempo, un’importante cartina di tornasole di un mercato – quello europeo – che rimane di gran lunga il più importante al mondo.
I numeri? Incoraggianti a metà, come già detto: nei 12 mesi trascorsi, il numero di locali è cresciuto, a livello Europeo, del 3,3%. E ha raggiunto un totale di 42.804 unità, con cifre in crescita in 31 paesi su 40.
Il Regno Unito rimane il primo mercato europeo per le caffetterie a marchio, con 9.885 esercizi: il 4,4% in più rispetto a un anno fa. Segue, nettamente staccata, la Germania, dove il numero di locali subisce però una contrazione dell’1,3% e scende a 6.798 locali.
Terza è la Russia, dove i locali sono sorprendentemente in crescita del 2,2%, in un contesto però rivoluzionato dall’uscita di scena dei grandi marchi stranieri, che hanno dismesso le loro attività in questo paese (s)vendendole spesso a imprenditori o gruppi locali.
Contenuto riservato agli abbonati.
Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.