Mercato del caffè: il deficit globale di offerta potrebbe durare sino a tre anni

MILANO – Il mercato del caffè conoscerà un deficit di offerta su scala globale che potrebbe protrarsi per i prossimi tre anni. Questo giudizio pessimistico – espresso da alcuni produttori brasiliani – è stato ripreso con grande enfasi dai media internazionali, che in questi giorni dedicano ampio spazio ai temi del caffè, in concomitanza con le giornate nazionali festeggiate mercoledì in molti paesi. E con la Giornata internazionale del caffè in programma quest’oggi.

Varie fonti riprendono anche le previsioni di IbisWorld, secondo le quali le gelate di luglio hanno bruciato almeno un terzo del prossimo raccolto brasiliano. In realtà – osserva The Guardian – tutti i paesi produttori stanno facendo i conti, da tempo, con le conseguenze del mutamento climatico, che altera le stagioni e rende i fenomeni meteorologici sempre più imprevedibili e aleatori.

Il quotidiano cita le parole del professor Lesley Hughes, stimato esperto della Macquarie University di Sydney (Australia), che spiega come si vada spesso da un estremo all’altro: “a un incendio fa seguito un’inondazione e poi magari un periodo di siccità”.

Il Brasile – sostiene ancora l’articolo – non conosce una stagione delle piogge normale da oltre 10 anni. Ma l’aspetto più traumatico nell’andamento climatico di quest’anno è che le gelate hanno colpito con forte intensità anche il Minas Gerais.

Un’area considerata, un tempo, al riparo da eventi estremi.

Intanto, i più recenti report dal Brasile indicano che l’umidità del suolo nell’area degli arabica rimane ben al di sotto della soglia minima del 60%, necessaria per lo sviluppo del raccolto.

Per questo è cruciale che torni quanto prima la pioggia. E che il regime delle precipitazioni si regolarizzi nei mesi successivi. Per salvare il salvabile ed evitare perdite di raccolto ancora maggiori rispetto a quelle già preventivate.