MILANO – Con un impressionante uno-due a cavallo della settimana, il toro fa il suo prepotente rientro nell’arena newyorchese spingendo irresistibilmente al rialzo i futures degli arabica.
Sono bastati due giorni per proiettare nuovamente l’Ice Futures Us in area 190 centesimi.
Tra la chiusura di giovedì scorso e quella di ieri, il contratto principale (scadenza maggio) si è rivalutato di oltre il 10,7%, pari a un guadagno di 1.875 punti nello spazio due sole sedute.
La prima fiammata nella seduta di venerdì. Maggio ha guadagnato 1.040 punti concludendo così una settimana fortemente volatile (con oscillazioni dei prezzi entro un trading range di 1.750 punti) in nero di 440 punti rispetto alla chiusura del venerdì precedente.
Su questa prima impennato hanno influito le notizie negative del meteo, ma anche il rafforzarsi del real sul dollaro.
A gettare ulteriore benzina sul fuoco è arrivato, alla chiusura dei mercati, uno studio della Fundação Procafé di Varginha sui danni arrecati ai raccolti dalla siccità brasiliana, realizzato con il contributo di 12 ricercatori a tempo pieno e 13 professionisti di supporto, che hanno visitato 11 regioni produttrici.
Le cifre sono state determinate prendendo a base la prima stima Conab.
Le conclusioni sono state divulgate dal Consiglio nazionale del caffè (Cnc), che ha commissionato lo studio.
Il bilancio?
Poco incoraggiante. Secondo le stime dei ricercatori – fondate appunto su estese osservazioni sul campo – il prossimo raccolto brasiliano si attesterà tra i 40,1 e i 43,3 milioni di sacchi, contro i 48,34 milioni costituenti la media della già citata stima Conab dello scorso gennaio, con una minore produzione di arabica pari a circa il 18%.
Tali dati, se confermati, prefigurerebbero il peggior raccolto brasiliano di questo decennio. Per trovare un volume di produzione inferiore dobbiamo risalire infatti all’annata 2009/10, quando vennero raccolti poco meno di 39 milioni e mezzo di sacchi.
I ricercatori di Fundação Procafé hanno spiegato che l’effetto della siccità e delle alte temperature è risultato più marcato nelle piantagioni a minore livello tecnologico, dove l’utilizzo degli input, in particolare dei fertilizzanti, è stato ridotto, in conseguenza del calo dei prezzi intervenuto prima della siccità – si legge in una nota diffusa dal Cnc a firma del presidente esecutivo Silas Brasileiro.
Ma le carenze nutrizionali delle piante appaiono evidenti anche nelle piantagioni gestite con criteri più evoluti – prosegue Brasileiro – dove i produttori si sono limitati a 1 o 2 applicazioni di fertilizzante, contro le 3 o 4 normali. La ripresa dei prezzi ha indotto alcuni produttori a tentare un’ulteriore applicazione in marzo, quando era ormai troppo tardi.
Un’ulteriore conseguenza della siccità è stata l’accelerazione del ciclo vegetativo, destinata ad anticipare i tempi della raccolta di alcune settimane rispetto all’anno scorso. Le operazioni di raccolta dei robusta sono già iniziate in alcune aree del paese-
La produzione del Minas Gerais dovrebbe attestarsi tra i 19,77 e i 20,97 milioni di sacchi, pari a una perdita del 22% sull’anno precedente, se consideriamo il valore mediano della stima.
Le conseguenze più gravi si avranno nel sud e nell’est del Minas Gerais, dove sarebbero andati persi tra i 4 e i 4,2 milioni di sacchi, con una minor produzione stimata attorno al 30%.
Nella Zona da Mata, la perdita media sarebbe del 19,2%, pari a circa un milione di sacchi in meno.
Bilancio parzialmente più ottimistico per Triângulo Mineiro, Alto Paranaíba e Noroeste: il miglior regime delle precipitazioni e l’utilizzo diffuso dell’irrigazione avrebbero contenuto le perdite in soli 10 punti percentuali ovvero 630.000 sacchi in meno.
In Jequitinhonha, Mucuri e Norte del Minas, infine, il raccolto sarebbe inferiore del 12%, pari a una perdita di 70-80 mila sacchi.
Diversa la dinamica climatica registrata nell’Espírito Santo. Alle forti piogge di dicembre (oltre 500 mm), che hanno causato gravi inondazioni in alcune zone dello stato, ha fatto seguito, nei mesi successivi, un regime delle precipitazioni più regolare, di cui hanno beneficiato, in particolare, le regioni più settentrionali e a più bassa altitudine, produttrici di caffè robusta.
Il raccolto di conillon non dovrebbe dunque subire conseguenze negative apprezzabili. Diversa la situazione per gli arabica, la cui produzione appare destinata a subire un calo dell’11% (circa 300.000 sacchi in meno) rispetto alle previsioni iniziali,
Nel San Paolo, le conseguenze più gravi si sono registrate nella regione di Mogiana, maggiormente colpita dalla siccità. Secondo i calcoli di Fundação Procafé, il raccolto dell’intero stato va stimato ora tra i 3,95 e i 4,40 milioni di sacchi, con un ridimensionamento del 10% circa rispetto alle cifre pre-siccità.
Cattive notizie anche per il raccolto 2015/16 del Brasile, che potrebbe essere addirittura inferiore a quello di quest’anno.
Gli specialisti di Fundação Procafé lo stimano infatti tra i 38,7 e i 43,6 milioni di sacchi.
Il verificarsi delle ipotesi più ottimistiche o più pessimistiche all’interno di questo intervallo di stima dipenderà dall’andamento climatico dei prossimi mesi, in particolare dal ritorno a un regime delle precipitazioni normale, tale da consentire il reintegro idrico e il recupero vegetativo degli arbusti.