MILANO – La debolezza economica generale e le turbolenze finanziarie continuano a influire sull’andamento dei mercati a termine del caffè, pesantemente in calo a cavallo della settimana. La discesa dei prezzi degli arabica si è interrotta mercoledì. I contratti per scadenza marzo e maggio hanno chiuso invariati sulla seduta di martedì, rispettivamente a 114,75 e 116,85 cents per libbra.
Leggeri rialzi per Londra, con marzo e maggio che guadagnano nell’ordine 5 e 4 dollari risalendo a 1.392 e 1.420 dollari per tonnellata.
Quattro sedute consecutive avevano portato New York a un massimo di 123,20 cents giovedì scorso. Ma un repentino cambio di direzione ha bruciato 845 punti nelle tre sedute successive cancellando buona parte dei guadagni conseguiti tra fine gennaio e inizio febbraio.
Sullo scivolone hanno influiti i fattori macroeconomici, ma anche l’intensificarsi delle vendite a ridosso delle festività di carnevale in Brasile e del Capodanno cinese in Vietnam, dove questa ricorrenza prende il nome di Tết Nguyên Ðán. Per la cronaca, da martedì, siamo entrati nell’Anno della Scimmia.
Rilevantissimi i volumi trattati, che hanno raggiunto un picco di 77.255 lotti nella seduta di lunedì e si sono mantenuti abbondantemente al di sopra dei 62.000 lotti anche in quella di martedì.
Molta dell’attività è concentrata sui rollover alle scadenze successive all’avvicinarsi del first notice day (19 febbraio).
Sul fronte dei fondamentali non si segnalano novità di rilievo. Stando a vari sondaggi svolti in queste settimane, la maggioranza dei player di mercato si aspetta, per il 2015/16, un deficit produttivo stimato mediamente attorno ai 3 milioni di sacchi.
L’abbondantissimo raccolto atteso in Brasile dovrebbe contribuire a riequilibrare il rapporto domanda offerta nella prossima annata caffearia portando a un nuovo surplus.
I mercati continuano a monitorare la situazione monetaria negli Usa.
Nel testo presentato al Congresso, prima di un’audizione sulla situazione della politica monetaria, la presidente della Federal Reserve Janet Yellen – pur sottolineando il persistere di fortissime tensioni finanziarie – ha ribadito che l’economia americana dovrebbe mantenersi su un percorso di sviluppo moderato, tale da consentire alla Fed ulteriori ritocchi “graduali” dei tassi di interesse.
Misure anti-siccità in Colombia
Preoccupa la siccità in Colombia, che potrebbe farsi sentire a partire dal raccolto mitaca invertendo il trend positivo che ha portato la produzione ai massimi degli ultimi 23 anni a fine 2015.
La Federazione nazionale dei produttori ha annunciato, in questi giorni, una serie di misure volte a minimizzare l’impatto de El Niño sui redditi dei produttori.
A cominciare da un’indagine sul campo, che coinvolgerà oltre 7.000 aziende in tutte le aree caffearie del paese valutando le conseguenze della siccità sul nuovo raccolto in formazione.
Lo stesso direttore generale di Fnc Roberto Vélez Vallejo visiterà le zone di produzione con i suoi collaboratori, per valutare personalmente la situazione e consultarsi con i responsabili locali.
Verranno aumentate le tolleranze e ridotti gli sconti sui chicchi difettati. Prevista inoltre la ristrutturazione dei debiti dei produttori nelle zone maggiormente esposte.
Proseguirà infine l’attuazione dei programmi di supporto e sviluppo della produttività.
La Federazione ha fatto appello anche ai privati (industria e commercio) affinché contribuiscano al finanziamento degli interventi a favore del settore.