MILANO – Inizio settimana con nuove perdite, seppur marginali, per il contratto “C” dell’Ice Futures US di New York. La scadenza principale (dicembre) ha subito ieri (lunedì 27 ottobre) un ulteriore flessione di 60 punti chiudendo la giornata a 190,90 centesimi. La settimana scorsa, i prezzi hanno subito un calo del 10% sul venerdì precedente, determinato dalle liquidazioni speculative dei fondi seguite alle piogge cadute nelle principali aree brasiliane di produzione degli arabica.
Il livello delle precipitazioni rimane inferiore alle medie, ma le previsioni parlano di nuove piogge anche per la seconda metà della settimana e per i primi giorni di novembre, che dovrebbero portare ulteriore sollievo alle piantagioni dando il via alla fioritura e limitando i danni.
Un ulteriore elemento di pressione è costituito dalla svalutazione del real (la moneta brasiliana, ndr.) sui mercati valutari dopo la riconferma in Brasile della presidente uscente Dilma Rousseff, che ha battuto al ballottaggio il candidato di centro destra Aécio Neves.
Tecnicamente, il più recente Cot evidenzia il primo calo delle posizioni net long detenute dai non-commercial da quattro settimane a questa parte. Il quadro rimane comunque incerto e lo sarà sino a quando non si avranno indicazioni più precise sulle conseguenze causate dalla siccità. Dobbiamo dunque attenderci, anche per il prossimo futuro, forte volatilità dei prezzi, avvertono i trader.
Il responsabile ricerche agricole di Société Générale SA di New York Chris Narayanan ricorda, intanto, che la pioggia, pur quanto benefica, potrà fare ben poco in quelle aree dove si sono già avuti danni rilevanti alle colture. “Il problema è che il periodo della raccolta è ancora lontano, per cui dovremo attendere a lungo prima di poter avere una cognizione esatta delle perdite” ha aggiunto.
Giornata di ribassi, quella di ieri, per buona parte delle commodity. Sull’andamento dei prezzi hanno inciso anche i risultati dello stress test compiuto sulle principali banche dell’Eurozona, con ben 25 istituti su 130, di cui 9 italiani, bocciati dalla Bce.