lunedì 23 Dicembre 2024
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Mercati: New York ai minimi dall’inizio dell’anno. Londra in ripresa

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MILANO – New York ai minimi dall’inizio dell’anno nella prima seduta della settimana. Il contratto per scadenza marzo dell’Ice Arabica ha lasciato sul campo lunedì ulteriori 60 punti terminando la giornata a 119,80 centesimi: il valore più basso sin qui registrato nel corso del 2018.

Si tratta della sesta chiusura consecutiva in territorio negativo, nonché della prima sotto la soglia del dollaro e venti centesimi dal 12 dicembre a oggi.

Ristrettissimo il range, con appena 120 punti di intervallo tra il minimo e il massimo di giornata. Sull’andamento della borsa hanno inciso il dollaro in ripresa e le eccellenti prospettive di raccolto in Brasile.

A quest’ultimo proposito vanno citati anche i risultati di un nuovo sondaggio compiuto da una nota agenzia di stampa presso 14 operatori del settore.

Riguardo alle aspettative sul prossimo raccolto brasiliano, la media delle risposte indica un dato superiore ai 60 milioni di sacchi. Su scala mondiale è atteso un deficit di offerta di 3,15 milioni di sacchi per l’annata in corso. Per il 2018/19 si prefigura invece un’eccedenza di offerta nell’ordine dei 4 milioni di sacchi.

I prezzi dei mercati a termine sono destinati a risalire parzialmente: i future degli arabica e dei robusta chiuderanno l’anno in ripresa rispettivamente del 6,5% e 4,8% rispetto a fine 2017.

Londra guadagna 16 dollari

Chiusura con il segno più invece per la borsa londinese. L’Ice Robusta guadagna infatti 16 dollari e risale a 1.780 dollari, principalmente per effetto di correzioni tecniche.

Export brasiliano in ripresa

Andamenti opposti per gli imbarchi dei due principali esportatori di caffè arabica durante il mese di gennaio. Dopo mesi di volumi in calo, l’export del Brasile risulta in ripresa del 6,4% rispetto a gennaio 2017 e risale a 2.618.396 sacchi, secondo i dati preliminari diffusi dal Ministero del commercio la scorsa settimana.

Colombia in flessione

In Colombia invece la produzione mensile segna una flessione dell’11% rispetto a gennaio 2017 e scende a 1,13 milioni di sacchi. La produzione dei primi 4 mesi dell’annata caffearia corrente è a sua volta in calo del 10% a 5,1 milioni.

L’andamento negativo viene imputato ai fattori climatici e ai ritardi nella fioritura del raccolto.

L’export mensile arretra dell’1% a 1,13 milioni di sacchi. Nei 4 mesi trascorsi, le esportazioni sono scese a 4,6 milioni di sacchi, anch’esse in calo del 10% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.

 

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