MILANO – Forti rimbalzi sui mercati del caffè. Dopo una breve parentesi in area 160 centesimi, New York torna a salire come mai era accaduto in quest’ultimo mese. La scadenza principale guadagna 600 punti chiudendo a 174,30 cents (+3,6%). Giornata vivace anche in riva al Tamigi.
Il contratto benchmark del Liffe (anche in questo caso settembre) mette a segno una delle migliori performance degli ultimi mesi concludendo la seduta a 1.960 dollari (+3,5%), un solo gradino al di sotto del massimo giornaliero di 1.961 dollari.
Cosa è successo?
L’incognita del raccolto brasiliano continua a condizionare fortemente le scelte strategiche e la condotta dei trader newyorchesi.
Come già osservato nei giorni scorsi, stime e previsioni si moltiplicano e l’accavallarsi delle cifre accresce ulteriormente confusione e incertezze rendendo la situazione ancora più nebulosa.
Si naviga a vista dunque e ogni rumour può offrire il destro alla speculazione.
A guardare bene, gli stessi dati Ico (da prendere comunque con il beneficio di inventario) prefigurerebbero, sin da quest’anno, un deficit di offerta, con la produzione mondiale attestata a 145,7 milioni di sacchi nel 2013/14 e i consumi, già nell’anno solare 2013, a 147,8 milioni di sacchi, in crescita del 2,7% sul 2012.
Conab non ha ancora diffuso le cifre ufficiali (aggiornate al 30 marzo) sulle scorte brasiliane; anche questo un dato molto importante ai fini del calcolo dell’offerta di caffè complessivamente disponibile nella prossima stagione.
Indicazioni contrastanti
I report e gli aggiornamenti sull’andamento del raccolto in Brasile continuano a fornire responsi e impressioni contrastanti. Molti di essi danno tuttavia l’impressione di non avvalorare pienamente il moderato ottimismo espresso la settimana scorsa dal ministro brasiliano dell’agricoltura Neri Geller.
Ogni valutazione appare comunque prematura, poiché non sarà possibile avere una cognizione esatta sull’entità della produzione che ad operazioni di raccolta concluse.
Licht e World Bank tagliano le stime
“Ritengo che la volatilità continuerà a prevalere sino a che non avremo un’idea più precisa sull’esito del raccolto di quest’anno – ha dichiarato ieri in un’intervista l’analista di F.O. Licht Stefan Uhlenbrock – Osservare i frutti sui rami non fornisce alcuna indicazione sulla reale portata delle perdite“.
Intanto, anche Licht ha ulteriormente ridimensionato la sua stima sul raccolto brasiliano portandola da 48 a 46 milioni di sacchi.
Sul fronte macro economico, il mercato delle commodity continua a essere condizionato dalle recenti previsioni della Banca Mondiale, che ha tagliato la stima sulla crescita globale dal 3,2 al 2,8%, principalmente in conseguenza della crisi ucraina e dell’inverno eccezionalmente rigido negli States.
Attesa anche per le decisioni della Federal Reserve americana, che potrebbe a breve aumentare i tassi di interesse.