MILANO – Mercati del caffè al ribasso nella seduta di ieri: dopo una giornata trascorsa per buona parte in territorio positivo, il contratto per scadenza dicembre dell’Ice Arabica ha chiuso a 222,05 centesimi, 70 punti sotto i 222,75 centesimi di lunedì 15 novembre, massimo quasi decennale. Il Cot della borsa newyorchese evidenzia un calo del 5,40% delle posizioni net long detenute dai fondi, che sono scese, alla data di martedì 9 novembre, a 40.547 contratti, pari a 11.494.894 sacchi.
Le posizioni lunghe sono, con buona probabilità, cresciute sensibilmente nei giorni successivi, per effetto della forte ripresa.
Continua la parabola negativa dell’Ice Robusta, ieri al suo terzo ribasso consecutivo. Il contratto per scadenza gennaio ha chiuso a 2.237 dollari: 110 in meno rispetto ai massimi storici di giovedì scorso.
Sempre forte l’incertezza dei mercati sul fronte dei fondamentali
Archer Consulting, un’importante società internazionale di consulenze di mercato, calcola che la disponibilità esportabile del Brasile risulterà, nel 2021/22, più che dimezzata (-55%) rispetto all’annata precedente.
Sulla stessa lunghezza d’onda Carlos Paulino, presidente del colosso cooperativo brasiliano Cooxupé, che in un’intervista a Notícias Agrícolas ha dichiarato che il mercato mondiale non ha una percezione chiara della gravità della situazione in Brasile.
La fioritura del nuovo raccolto è stata buona – spiega Paulino – ma i produttori riferiscono che spesso l’allegagione è stata solo parziale, con numerosi aborti fiorali.
Nuovi dati da Safras & Mercado sull’andamento dei commerci in Brasile. Alla data del 9 novembre era stato commercializzato il 72% della produzione, contro il 69% nello stesso periodo del 2020.
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