MILANO – Al giro di boa settimanale, i mercati del caffè tornano a salire, dopo due ribassi consecutivi dettati principalmente dal ritorno della pioggia nelle aree brasiliane.
L’ICE Arabica ha chiuso ieri al rialzo di 75 punti, a 148,20 cents per libbra, dopo aver ceduto 410 punti in due giorni, di cui 400 nella seduta di lunedì.
La ripresa di mercoledì è dipesa principalmente da fattori tecnico-speculativi. Tutto il mese di ottobre si preannuncia estremamente volatile, vista la delicatezza della situazione nella coffee belt brasiliana.
Il meteo prevede piogge abbondanti per tutta la settimana, ma dal week-end il tempo tornerà secco.
Gli agronomi temono che la discontinuità delle precipitazioni, in questo periodo critico, possa nuocere alla prima fioritura.
Cominciano intanto ad affluire i dati preliminari di fine annata 2015/16 relativi alla produzione in centro America, che evidenziano una ripresa dei raccolti nella maggior parte dei paesi e un incremento dell’export rispetto al 2014/15.
Occhi puntati sul Vietnam
In recupero anche Londra, che torna ad avvicinarsi alla soglia dei 2.000 dollari chiudendo a 1.994 dollari/tonnellata, in nero di 36 dollari, dopo averne persi 46 tra lunedì e martedì.
Sul fronte dei robusta, occhi puntati sul Vietnam, dove l’inizio delle operazioni di raccolta, ormai vicino, potrà fornire qualche indicazione più precisa sul raccolto prevedibile per quest’anno.
Produzione colombiana in crescita
Sono arrivati puntuali ieri anche i dati mensili relativi a produzione ed export della Colombia.
Il raccolto di settembre è stato di 1.034.000 sacchi, in calo del 2% rispetto a un anno fa.
Analogamente, la produzione dei primi 9 mesi dell’anno è in flessione del 2% e raggiunge i 9,86 milioni di sacchi. Tale evoluzione negativa viene imputata agli effetti del Niño.
Rimane positivo il dato a consuntivo dell’annata 2015/16 (ottobre– settembre), che segna un incremento del 5%, per un totale di poco superiore ai 14 milioni di sacchi, contro i 13,3 milioni del 2014/15.
Export stabile
L’andamento della produzione si riflette nei dati dell’export, che hanno inoltre continuato a risentire, anche il mese scorso, degli effetti dello sciopero dei camionisti durato da inizio giugno a metà luglio.
A settembre, le esportazioni sono state di 1.040.000 sacchi, ossia il 4% in meno rispetto allo stesso mese del 2015.
Nei primi 3 trimestri dell’anno solare 2016, gli imbarchi sono stati di 8,86 milioni di sacchi, anche in questo caso in calo del 4%.
Nell’arco dell’intera annata 2015/16, infine, le esportazioni sono state di 12,34 milioni di sacchi, in lievissima crescita (+0,5%) rispetto al 2014/15.