MILANO – Dopo i rincari, ecco ora un ribasso da record sui mercati. L’Ice Arabica ha subito venerdì il peggior tonfo degli ultimi 13 anni: -8,6% (1.695 punti in meno). Per la borsa newyorchese si tratta della massima perdita giornaliera dal marzo del 2008. Il contratto principale è scivolato a 179,55 centesimi. Chiudendo comunque con un +12% sul mese e un +55% rispetto a un anno fa. A determinare questa forte correzione negativa, il bilancio – apparentemente meno grave del previsto – della nuova ondata di freddo che si abbattuta sul Brasile. Ma hanno pesato sui mercati anche i fattori tecnici, oltre che il rafforzarsi del dollaro sul real brasiliano.
Le gelate hanno interessato, nella notte tra giovedì e venerdì, circa l‘80% del Minas Gerais, ma l’impatto è stato minore e ha smentito le previsioni più pessimistiche, stando alle prime valutazioni dei meteorologi. E ha in parte rassicurato i mercati.
Drew Lerner di World Weather Inc. ha indicato la possibilità di gelate locali e di impatto limitate durante il week-end. Anche Carlos Mera, analista di Rabobank, prevede perdite limitate per i raccolti, ma mette in guardia sul rischio di possibili colpi di coda durante il week-end.
Intanto, le immagini del sud del Brasile avvolto da una coltre bianca hanno fatto il giro del mondo. In alcune zone del paese neve e ghiaccio non si erano mai visti a memoria d’uomo.
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