MILANO – Crescono le tensioni sui mercati del caffè. E se a dettare il trend è soprattutto la previsione di un forte deficit produttivo nella prossima annata di raccolto, che inizierà a ottobre, a gettare ulteriore benzina sul fuoco ci sono anche fattori di instabilità a breve. In particolare, la situazione in Colombia, dove il trasporto del caffè verso i porti è fermo da giorni a causa dei blocchi stradali attuati dai camionisti, in appoggio alle proteste popolari contro le politiche del governo del presidente Ivan Duque.
L’ondata di proteste è iniziata quasi due settimane fa, inizialmente contro la riforma fiscale, poi ritirata dall’esecutivo.
Ed è proseguita sull’onda del malcontento popolare, per l’acuirsi della povertà e delle disparità sociali causato dalla pandemia.
Sono scoppiati gravi disordini. Violentissima la repressione attuata dal governo, che ha causato decine di vittime.
Tornando al commercio del caffè, fonti nazionali riferiscono, in particolare, di un blocco che sta paralizzando l’attività del porto di Buenaventura, massimo scalo colombiano del Pacifico.
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