MILANO – La difficile congiuntura internazionale continua a incidere negativamente sui mercati del caffè. Il contratto per scadenza settembre dell’Ice Arabica ha perso, in due giorni, 730 punti chiudendo ieri, martedì 2 agosto, a 209,90 centesimi, dopo aver toccato, in corso di contrattazione, un minimo di 205,90. La forza del dollaro e i timori di una recessione globale, che avrebbe ripercussioni negative sui consumi, continuano a tenere i prezzi sotto pressione.
Intanto, le scorte certificate sono scese a un nuovo minimo di 700.005 sacchi.
Dopo 6 sedute consecutive al rialzo, Londra torna in territorio negativo, anche se di poco. Sempre ieri, il contratto principale dell’Ice Robusta ha chiuso infatti a 2.027 dollari, 4 in meno rispetto a lunedì.
Statistiche a raffica dai mercati del caffè
Cominciamo con i dati mensili diffusi ieri dall’Ico. Secondo l’organizzazione londinese, le esportazioni mondiali di caffè, per il mese di giugno, sono state pari a 11,11 milioni di sacchi, in lieve crescita rispetto ai 10,97 milioni dell’anno scorso.
Il totale per i primi 9 mesi dell’annata caffearia 2021/22 raggiunge così quota 98,77 milioni di sacchi, pari a un incremento dello 0,5% rispetto all’analogo periodo dell’annata precedente.
L’Ico non ha divulgato le tabelle complete con i dati dei vari paesi, che saranno integrate nel report mensile atteso per i prossimi giorni.
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